Di chi sarà il Barletta Calcio? Il quiz dell’estate nella Città della Disfida potrebbe essere prossimo alla conclusione. Quel punto di domanda che campeggia sui colori biancorossi dal 5 maggio, data della retrocessione in Eccellenza con il ko di Angri, ha assunto lentamente le sembianze di un rebus. Poco gratificante e ancor meno edificante per la tifoseria, ormai assuefatta al tourbillon di voci e all’assenza di dichiarazioni ufficiali di una dirigenza che non smette di stupire. I dialoghi del fine settimana hanno avuto l’effetto di avvicinare Marco Arturo Romano, ex presidente della Viterbese – club con il quale la separazione si è consumata a dir poco burrascosa – ai colori biancorossi. La partita del weekend si è giocata sul saldo della debitoria Iva, in essere, condizione che Romano si sarebbe detto in grado di soddisfare, e sulla permanenza del presidente onorario Mario Dimiccoli con una quota minoritaria in seno alla società. Rumori di corridoio assicurano circa l’accordo totale tra le parti e di una conferenza stampa in calendario tra mercoledì e giovedì. Un’eventualità che la piazza non ha gradito, come la sequela di messaggi social infarcita di perplessità e di promesse di non abbonarsi testimonia. A far discutere è sia il passato di Romano nel calcio che la continuità della presenza di Dimiccoli nel Barletta che verrà dopo una stagione che non ha fatto altro che sancire la rottura totale tra dirigenza e città.
Ad attendere sull’altra sponda del fiume c’è Michele Dibenedetto. L’imprenditore barlettano ha diffuso nella tarda serata di lunedì attraverso il suo legale Michele Cianci una nota ufficiale in cui fa un riassunto della trattativa condotta con il Barletta. E fissa al 7 giugno la deadline per una risposta definitiva, visto – si legge – “atteso il gravoso impegno per allestire un organico di vertice nonché per verificare la possibilità di un ripescaggio”. Dibenedetto spiega che all’accordo trovato con Dimiccoli è seguita una richiesta di rinvio per la definizione legale degli accordi a mercoledì da parte del presidente onorario del club biancorosso, evenienza probabilmente dovuta ad altre trattative in atto. “Pur capendo il principio gli affari sono affari – sottolinea Dibenedetto – non può fare altro che accettare la data fissata attendendo, fiducioso la conclusione della cessione”. In caso di mancata acquisizione del Barletta, Dibenedetto dirotterebbe i suoi sforzi economici sull’Audace Barletta, club in odor di ripescaggio in Promozione. Come andrà a finire per il Barletta 1922? Lo dirà il prossimo episodio di una saga davvero poco appassionante.