Fu la prima donna a ricoprire l’incarico di assessore alla Cultura nel comune di Nardò, in provincia di Lecce. Ruolo che, purtroppo, la portò a diventare anche una delle prime vittime innocenti della mafia in Puglia. Storia di Renata Fonte, uccisa a colpi di pistola la sera del 31 marzo 1984, mentre rientrava a casa, dopo una seduta del consiglio comunale. La vendetta ordita dalla criminalità organizzata, per aver impedito la lottizzazione e la speculazione edilizia dell’area di Porto Selvaggio. Alla sua figura è stato dedicato l’incontro organizzato, questa mattina, presso l’istituto “Colasanto” di Andria. Un momento di riflessione, alla presenza di studenti, rappresentanti delle istituzioni e delle Forze dell’Ordine, nel ricordo di una donna che ha sacrificato la sua vita in difesa della legalità.
Tra le testimonianze raccolte, quella di Sabrina Matrangola, figlia di Renata Fonte nonché sorella di Viviana Matrangola, attuale assessore della Regione Puglia.
INTERVISTE:
Antonio De Donno – Già Procuratore Capo della Repubblica di Brindisi
Sabrina Matrangola – Figlia di Renata Fonte