Donne e uomini di giovane età strappati alla vita da quello che viene definito come il “male del secolo”, spesso in modo talmente improvviso e rapido da non lasciare scampo alla speranza. Accade in diverse località e, recentemente, anche ad Andria dove l’intera comunità in queste ore si pone diversi interrogativi sulla propria salute. Sui social è virale la foto di Speranza, 35 anni, scomparsa pochi giorni fa dopo aver lottato contro il cancro alle vie biliari diagnosticato solo un mese prima. Giovanissima, con un marito ed una figlia, il cui nome con orgoglio e amore portava tatuato sulla pelle. La famiglia di Speranza è stata accolta da un lungo applauso domenica scorsa allo stadio “Degli Ulivi” di Andria, prima della partita contro l’Angri. Un momento di commozione accompagnato da un mazzo di fiori per ricordare la 35enne scomparsa. A lei è toccato un destino crudele, proprio a colei che portava il nome di Speranza, parola che in queste ore ad Andria sta diventando un grido d’allarme e, allo stesso tempo, un monito per non arrendersi a quel destino beffardo. #disperanzasivive è l’hashtag con il quale i cittadini andriesi, sui social, si sono dati appuntamento mercoledì 16 ottobre, alle 19.30, in viale Crispi. Un momento per riflettere e smuovere le coscienze di tutti, le stesse coscienze assopite per tanto tempo e poi risvegliate in casi così drammatici, comprese quelle di chi dovrebbe far luce sullo stato di salute del territorio. Riflettere ma allo stesso tempo porre in essere azioni concrete, come la raccolta firme lanciata sempre da cittadini, per chiedere indagini dettagliate sull’incremento dei casi di tumore ad Andria. Petizione accompagnata da un messaggio emblematico, comparso alcuni giorni fa sul cancello d’ingresso della Provincia BAT, ad Andria: “Trovate una cura per i tumori, che dell’acqua su Marte poco ci importa”.
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