È un botta e risposta istituzionalmente rilevante quello andato in scena ieri sui social tra il sindaco di Barletta e quello di Trani. Oggetto del contendere è la sede BAT dell’Archivio di Stato che a vent’anni dall’istituzione della sesta provincia pugliese sta per essere assegnato ad una delle due città che, finora, hanno ospitato sedi distaccate dell’Archivio di Stato di Bari. Gli archivi di Stato sono presenti in quasi tutte le province italiane: conservano, spesso in edifici di rilevanza storico-architettonica, gli archivi delle amministrazioni centrali e periferiche degli Stati preunitari e gli archivi delle amministrazioni periferiche dello Stato unitario che vengono versati una volta trascorsi trent’anni dalla conclusione delle pratiche.
Conservano anche gli atti dei notai della provincia che hanno cessato l’attività professionale da almeno cento anni e la documentazione prodotta da enti pubblici estinti. Devono tutelare e valorizzazione i beni archivistici che conservano. Barletta sta ristutturando un palazzo in via Manfredi per ospitare questo importante istituto mentre a Trani è a palazzo Valenzano la sede distaccata della provincia di Bari ed è lì che rimarrebbe.
Ieri, Cannito e Bottaro, accompagnati dal prefetto Silvana D’Agostino e alla presenza del senatore barlettano Dario Damiani sono stati a Roma presso il Ministero della Cultura per partecipare ad un un incontro promosso dal Direttore Generale degli Archivi di Stato, Antonio Tarasco, al fine di definire la sede provinciale BAT dell’Archivio di Stato. L’incontro con il Capo della Segreteria Tecnica del Ministro, Emanuele Merlino e il Capo di Gabinetto del Ministro della Cultura, Valentina Gemignani, non ha prodotto alcun risultato e alla fine sarà proprio il Ministro Giuli, con un proprio decreto, a stabilire chi si aggiudicherà la sede dell’archivio di Stato della sesta provincia pugliese. Il sindaco Cannito, investito da polemiche politiche per la sua assenza nel giorno in cui era in programma un consiglio comunale a Barletta, ha avvertito la necessità di pubblicare un post in cui spiegava il senso della sua trasferta romana ma la polemica politica cittadina si è trasformata in una polemica con il sindaco di Trani. Tra le affermazioni di Cannito, infatti, la più rilevante riguada prorpio i contenuti dell’incontro sull’Archivio di Stato: “Al tavolo ho confermato la ferma volontà di rispettare il deliberato del consiglio comunale che riconosce alla città di Barletta la sede provinciale dell’Archivio di Stato. Resto fermo e determinato, anche in coerenza con le precedenti decisioni assunte nelle sedi istituzionali che individuavano Barletta quale sede legale dell’Archivio di Stato. Ho comunicato ai presenti che non intendo riconoscere la pretesa di Trani”.
Non si è fatta attendere la risposta di Bottaro che ha parlato di violazione di un patto tra gentiluomini da parte di Cannito che prevedeva di astenersi da ogni commento sull’esito dell’incontro. “Leggendo il post del sindaco Cannito ho avuto conferma che per molti in politica “vale tutto”” ha scritto il sindaco di Trani. “Finalmente sono emerse pubblicamente verità da qualcuno mistificate strumentalmente per ragioni politiche. Al tavolo, infatti, si è dato atto che non esiste alcun documento firmato dai Sindaci della Bat, tantomeno dal sottoscritto, in cui si assegna a Barletta la sede dell’archivio di Stato” riferisce Bottaro. Che è anche il primo firmatario della mozione popolare per l’archivio di Stato a Trani che con 1700 firme rivendica il fatto che con l’istituzione della provincia BAT, nel suo statuto, a Trani è riconosciuto il ruolo di polo giuridico-culturale.