Diritto al riposo nelle ore notturne da un lato, diritto a divertirsi dall’altro. Sono le due facce della stessa medaglia che hanno generato a Bari un vero e proprio caso: qualcuno la chiama movida, altri invece la definiscono mala-movida. Di certo c’è che va ricercato l’equilibrio e vanno trovate soluzioni adeguate per evitare che la situazione degeneri. Mentre i ragazzi insorgono invocando il loro sacrosanto diritto a divertirsi e a stare insieme, i residenti chiedono semplicemente di poter riposare. Le zone del capoluogo pugliese interessate da questo fenomeno, che si allarga a macchia d’olio, diventano sempre di più: dagli ultimi episodi nell’Umbertino, quando centinaia di ragazzi, le notti dell’8 e 9 maggio, si sono riuniti trasformando largo Adua e via Cognetti ad angolo con via Abbrescia in una serata di musica italiana con cori e balli, a piazza Mercantile, dove, la notte tra il 17 e il 18 maggio, è stata organizzata una festa per un addio al nubilato, il che ha scatenato l’ira dei residenti che hanno pubblicato il video paragonando lo scenario a una discoteca. Le immagini sono subito diventate virali sui social e hanno scatenato l’intervento duro nei confronti dei ragazzi da parte del sindaco del capoluogo pugliese Vito Leccese, che ha poi fatto un passo indietro aprendo al dialogo con i giovani. Assembramenti selvaggi li chiama qualcuno e, dopo il tavolo riunitosi in Prefettura, arrivano le prime proposte di spostare la movida barese in altri luoghi della città come il lungomare di Bari o piazza Umberto. Il dialogo tra istituzioni, esercenti, ragazzi e residenti è destinato a continuare con lo scopo di raccogliere idee e proposte che possano portare a un punto di equilibrio considerando le esigenze di tutti.