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Barletta, contraddizioni e speranze del Mediterraneo in mostra nei sotterranei del castello: l’arte contemporanea si fa voce dei popoli

Varcando la soglia dei sotterranei del Castello di Barletta ci si accorge all’improvviso che il Mediterraneo non è più solo un mare ma un mondo. Che raccoglie ferite, sogni e partenze, urla e silenzi. A raccontarlo sono le opere di “Mediterraneum”, l’esposizione internazionale di arte contemporanea visibile fino al 27 luglio, un viaggio tra i quattro elementi – terra, acqua, aria, fuoco – che attraversa l’anima inquieta della nostra civiltà. A guidare questo percorso visionario sono artisti provenienti da esperienze e linguaggi differenti, ma uniti da una tensione comune: dare voce alle contraddizioni del Mediterraneo, da sempre crocevia di cultura e conflitto.

INTERVISTA A MICHELE DI LEO (DIRETTORE ARTISTICO)

Nel testo critico della storia dell’arte Alessandra Mazziotta, una lettura dell’esposizione profonda e ricca di spunti riflessivi. Colpisce l’impatto drammatico della caduta equestre di Giovanni Morgese, una scultura che sembra cristallizzare il momento esatto della disfatta.

Suggestiva e sospesa la proposta plastica di Franco Cortese, che gioca sulla materia e sul vuoto.

Si animano di sensualità e tensione i corpi ceramici di Paolo Desario, sinuosi e plastici, come forme in attesa di una nuova storia.

L’opera di Filippo Mastropasqua, invece, parla di corpi nudi che urlano senza voce contro un muro invisibile ma reale, a rappresentare una scalata possibile solo attraverso la forza collettiva.

E infine le Colonne d’Ercole di Michele Di Leo, varco mitico verso l’ignoto, simbolo di chi parte con speranza e spesso trova solo il naufragio della propria ricerca.

INTERVISTA A MICHELE DI LEO (DIRETTORE ARTISTICO)

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