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Caso di xylella a Minervino, oltre 6000 campionamenti in poche settimane tutti negativi. Ad Andria un migliaio ma da un anno e mezzo nessuno a Papparicotta

Quando nel 2013 è stato riscontrato il primo focolaio di xylella in Puglia con la scoperta della presenza del batterio in Salento in pochi avrebbero immaginato probabilmente il disastro a cui si stava andando incontro. Ed invece la xylella ha distrutto praticamente tutto nel sud della regione salendo piuttosto rapidamente verso il nord. E dopo 12 anni da quel primo ritrovamento eccola arrivata nella BAT su di un ulivo di Minervino Murge dove l’osservatorio fitosanitario regionale ne ha riscontrato la presenza a marzo scorso. Praticamente immediata l’attivazione delle misure di contrasto con l’eradicazione della pianta malata e l’abbattimento di tutte le piante per un’area di 50 metri attorno preservando solo gli ulivi monumentali. A spiegare tutte le fasi con cui si opera quotidianamente nel contrasto alla xylella ci ha pensato direttamente uno dei tecnici dell’osservatorio fitosanitario della Regione Puglia ospite ad Andria di un convegno all’interno dell’Istituto Agrario “Lotti-Umberto I” organizzato su impulso dell’assessorato alle radici dell’ente comunale.

Da un punto di vista scientifico in questi 12 anni sono stati fatti numerosi passi in avanti nella conoscenza del batterio che utilizza un insetto vettore per arrivare alle piante. Sono 5 infatti le sottospecie conosciute di xylella e di queste tre sono state ritrovate in Puglia con diversi focolai che ora si allargano. Fa paura, per esempio, l’importante focolaio scoperto nel barese tra Santeramo e Triggiano con l’attacco anche ai mandorli oltre che alle vigne. Per gli ulivi, invece, il territorio di Minervino ora rientra direttamente nella zona a rischio con una serie di lavorazioni obbligatorie che coinvolgono privati e spazi pubblici.

Oltre 6000 i campionamenti in poche settimane tutti negativi. Sono stati 950, invece, nel territorio di Andria. Ma preoccupa il caso, sollevato anche dai nostri servizi e dalle associazioni di categoria, dell’abbandono dell’azienda Papparicotta di proprietà provinciale dove gli ultimi prelievi risalgono ad oltre un anno e mezzo fa.  

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