Quattro colpi di fucile semiautomatico calibro 12, il primo sparato da oltre dieci metri, gli altri da distanza più ravvicinata. É quanto emerge dall’autopsia effettuata all’ospedale Fazzi di Lecce sul corpo del 46enne Silvano Nestola, l’ex maresciallo dei carabinieri ucciso la sera del 3 maggio alla periferia di Copertino, mentre lasciava l’abitazione della sorella in compagnia del figlio dodicenne. Una quarantina le lesioni accertate dal medico legale Roberto Vaglio. Due i colpi di fucile rivelatisi mortali: il primo ha oltrepassato il cuore della vittima, il secondo l’intestino. Sulle tracce di chi ha sparato ci sono i carabinieri del Comando Provinciale di Lecce e della Tenenza di Copertino. Le indagini sono coordinate dai pm Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina che al momento hanno iscritto nel registro degli indagati i coniugi Michele Aportone, di 70 anni, e Rossella Manieri, di 62, per l’ipotesi di omicidio volontario in concorso e porto di arma da sparo in luogo pubblico. Si tratta dei genitori della 37enne con cui la vittima aveva intrapreso una frequentazione poi interrotta. Motivo che ha spinto gli inquirenti a concentrarsi subito sulla pista passionale, senza tuttavia trascurarne altre. Nell’abitazione della coppia indagata, che vive a San Donaci, nel brindisino, sono stati ritrovati due fucili da caccia, regolarmente detenuti. Nei prossimi giorni il Ris dei carabinieri procederà ad esaminarli. Ulteriori analisi saranno effettuate sugli indumenti dei due coniugi e sul mezzo solitamente utilizzato per gli spostamenti.
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