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La croce di Cutro esposta a Bisceglie per ricordare la tragedia dei migranti: “Simbolo della Passione di Cristo”

Un segno di straordinaria potenza comunicativa che unisce simbolicamente il legno dove Cristo ha subito la sua crocifissione all’imbarcazione malferma sulla quale, 2mila anni dopo, altri innocenti hanno vissuto la loro Passione. La croce di Cutro realizzata con i resti del barcone naufragato il 26 febbraio al largo delle coste calabresi viene esposta nella chiesa di San Giuseppe a Bisceglie, durante la celebrazione della messa crismale che apre il triduo pasquale. Perché rimanga vivo il ricordo di una tragedia che ha spento la vita di quasi 100 migranti: uomini, donne, 34 bambini inghiottiti dalle acque per la sola colpa di aver cercato una terra in cui vivere lontani da guerra e povertà. La messa crismale, presieduta da monsignor Leonardo D’Ascenzo, rappresenta l’unità della chiesa locale raccolta intorno al proprio vescovo. Durante la celebrazione vengono consacrati gli Oli Santi: il Crisma, l’olio dei Catecumeni e l’olio degli Infermi. La croce di Cutro diventa così emblema della Pasqua e della passione di Cristo, un simbolo di fronte al quale tutta la comunità è chiamata a riflettere sulle grandi tragedie del nostro tempo.

INTERVISTA A MONS. LEONARDO D’ASCENZO (VESCOVO DIOCESI DI TRANI-BARLETTA-BISCEGLIE)

La croce di Cutro tornerà alla Diocesi di Molfetta dalla quale proviene e dove rimarrà sino al prossimo 23 aprile per accompagnare le celebrazioni pasquali e il trentennale della morte di don Tonino Bello.

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