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La pasta cementizia ed il ritorno tra storia e architettura: «Materiale che calpestiamo da quando siamo nati». L’evento formativo dell’Ordine degli Architetti BAT

Origini, tecnica, recupero e scenari attuali sui pavimenti in pasta cementizia, un materiale che per molti decenni è stato un componente essenziale dell’architettura e che oggi, dopo un periodo di stand by è tornato particolarmente in auge grazie a nuovo design e qualità. Di questo e di molto altro si è parlato nel corso di un appuntamento formativo all’interno di Palazzo Covelli a Trani organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC BAT con il patrocinio dell’ADSI e cioè l’Associazione Dimore Storiche Italiane.

«E’ un materiale con il quale ci confrontiamo un po’ tutti e che tutti conosciamo, che calpestiamo, abbiamo calpestato da quando siamo nati – ha spiegato l’arch. Anna De Palma libero professionista e componente della commissione Cultura e Pari Opportunità dell’Ordine degli Architetti BAT – Di recente questi materiali che cominciavano a essere un po’ desueti perché utilizzavano ornamenti non più utilizzati, finchè si sono avvicinati una serie di figure quali i designer, gli architetti e gli artisti che hanno completamente rivoluzionato e ora in questo momento stanno vivendo un ritorno importante tant’è che partecipano alle fuori salone, alle fiere importanti perché è un materiale che oltre ad essere di una qualità eccezionale tant’è che dura da oltre cento anni, è anche estremamente bello e variegato e colorato».

Cementine, graniglie e tutte le diverse forme di questi rivestimenti decorativi che adornano ancora oggi anche le dimore storiche italiane per cui l’ADSI prova a lavorare sulla loro salvaguardia per non perdere testimonianze concrete di storia e meraviglia. «Noi abbiamo sempre tentato di difendere le dimore storiche per il loro valore morale – ha spiegato nel corso del suo intervento Piero Consiglio Past President dell’ADSI – Ci siamo accorti però che non bastava. Abbiamo cominciato a far capire che le dimore storiche sono una risorsa, una risorsa praticamente non ancora sfruttata per lo Stato. Sono una risorsa intorno alla quale si può sviluppare un nuovo tipo di progresso sostenibile, senza ulteriori spese, perché si tratta di utilizzare cose già esistenti. Vogliamo fare un elenco delle filiere che corrono attorno a queste dimore storiche? Il restauro è la prima, quindi edilizie e restauratori di beni mobili e immobili. La ricerca, quindi archivisti, storici dell’arte, guide turistiche, è una filiera lunghissima. Speriamo di svegliare il mondo su questa situazione».

Un viaggio tra passato e futuro introdotto e dal Consigliere referente della commissione Cultura e Pari Opportunità Domenico Tritto e con i contributi qualificati anche di Luca Rocchi Docente incaricato di Restauro Architettonico all’Università di Ferrara, Tiziana Elisabetta de Lillo restauratrice e Cecilia Alemagna docente di design all’Accademia delle Belle Arti di Bari. A moderare gli interventi è stato Lorenzo Pietropaolo Ricercatore di storia dell’architettura al Politecnico di Bari.

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