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Nuovo Piano Regionale della Costa, sale lo scontro nel centrosinistra pugliese. «Più tempo» chiedono i professionisti

L’obiettivo è quello di semplificare, dare maggiore autonomia ai comuni per superare alcune rigidità normative attuali considerand oche solo 8 comuni costieri su 69 hanno un piano comunale delle coste. E’ questa la base su cui è stata presentata negli scorsi giorni la bozza di riforma del Piano Regionale delle Coste. Il fronte temporale per l’approvazione è però molto stretto considerando che l’attuale legislatura è in dirittura d’arrivo. La presentazione ad opera del consigliere regionale delegato all’urbanistica Stefano Lacatena che è però finito subito al centro delle critiche sia politiche che tecniche sul provvedimento. Il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle hanno subito rallentato l’idea della riforma considerato i tempi ristretti. Dal canto suo Lacatena, difeso anche dai suoi colleghi di CON, ha parlato di un lavoro condiviso e non improvvisato che punta a semplificare le procedure per consentire ai comuni di dotarsi velocemente di strumenti efficaci per la gestione del demanio marittimo.

La bozza prevede tra le altre cose, l’eliminazione di categorie che sono risultate particolarmente controverse come la “spiaggia libera con servizi”, ma anche la suddivisione delle spiagge al 50% tra aree libere e concesse, e una maggiore autonomia ai comuni nelle valutazioni ambientali. Abolita anche la verifica regionale di compatibilità sulle decisioni comunali. Ed è questo uno degli elementi che ha creato più discussione sia politica che tecnica con il rischio di una eccessiva decentralizzazione ed un potenziale impatto sul paesaggio. Di avviso simile non solo la politica ma anche gli ordini professionali come, per esempio, l’Ordine degli Architetti della BAT con il Presidente Andrea Roselli che ha chiesto più tempo per fornire contributi qualificati. Gli architetti della sesta provincia riconoscono passi in avanti contenuti nella bozza come l’eliminazione del vincolo dei 15 metri di profondità degli arenili che limitava le concessioni ma senza regole certe si rischia di affidare troppo potere decisionale ai comuni che magari non hanno una visione d’insieme.

Comunque i prossimi passi al momento restano fissati con la raccolta dei contributi da parte degli uffici e con l’obiettivo di portare al più presto il testo definitivo in aula. Vedremo, però, se sarà un nuovo importante terreno di scontro nella maggioranza del Presidente Michele Emiliano.

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