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PUGLIA | Il Green Pass divide i ristoratori, la protesta: «Controlli? Non siamo poliziotti»

«Noi non siamo forze di polizia, come faremo i controlli?». E’ il quesito che si pongono diversi titolari pugliesi di bar e ristoranti, appoggiati da alcune associazioni di categoria, in riferimento all’obbligo di utilizzo del green pass a partire dal 6 agosto. Se da una parte c’è chi ha accolto positivamente la decisione del governo per contrastare la diffusione del virus, dall’altra in tanti restano perplessi. Il motivo è presto detto. Diversi esercenti si domandano come potranno verificare il reale possesso della certificazione verde da parte dei clienti quando dovranno accomodarsi all’interno dei locali. Quello degli spazi al chiuso, inoltre, è un fattore da non trascurare, come spiega anche Coldiretti Puglia, che in una nota segnala le difficoltà di tante attività commerciali che non dispongono di spazi all’aperto tali da poter accogliere un numero sufficiente di persone e che quindi necessitano di puntare maggiormente sui “coperti” all’interno dell’esercizio. E ulteriori criticità potrebbero sorgere al termine dell’estate quando si ridurranno i tavoli all’esterno con l’arrivo del freddo.

Secondo una stima di Coldiretti, dal 6 agosto niente ristorante al chiuso senza tampone per 2 pugliesi su 5. Dati che emergono alla luce dell’andamento della campagna vaccinale. «La misura del Governo – si legge nella nota – interessa circa 20 mila tra ristoranti, trattorie, pizzerie e i 900 agriturismi pugliesi dei quali solo poco più della metà dispone di spazi all’aperto dove tuttavia sono notevolmente aumentati i coperti grazie alle flessibilità concessa sull’utilizzo degli spazi pubblici. In difficoltà – continua la Coldiretti – sono soprattutto gli esercizi situati nei centri urbani stretti tra traffico ed asfalto».

Il malcontento dunque monta in diverse località della Puglia e non sono da escludere possibili proteste a Bari già dalla prossima settimana. «I ristoratori – hanno fatto sapere alcune associazioni di categoria – si sentono nuovamente colpiti dalle decisioni del Governo, quasi come capri espiatori».

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