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Treni in città: rischia di slittare ancora l’arrivo dei convogli nella stazione di Andria Sud

Il rischio che diventa sempre più certezza. Per vedere un treno nuovamente nella città di Andria bisognerà attendere ancora diversi mesi con il rischio di veder passare ormai sette anni da quella maledetta tragedia del 12 luglio 2016. Alla base dei problemi c’è la terza ed ultima autorizzazione, quella più importante, per rimettere dei treni in circolazione sulla tratta a partire dalla stazione di Andria Sud verso Corato. A doverla dare, proprio a seguito delle importanti modifiche normative e legislative nate a seguito di quell’incidente ferroviario, deve esser l’ANSFISA l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture. A luglio scorso, dopo un lungo iter, la Ferrotramviaria ha inviato all’agenzia tutto l’incartamento necessario per verificare la possibilità di riaprire la tratta ferroviaria. La stessa agenzia ha tempo cinque mesi per rispondere e per chiedere eventuali integrazioni o dare pareri favorevoli.

Parere favorevole che al momento non è ancora arrivato, ci sarebbe tempo sino a dicembre, anzi sarebbero non meno di tre gli aggiustamenti, in diversi ambiti della circolazione ferroviaria, per consentire la riattivazione della tratta. Questo comporta, inevitabilmente, ulteriore tempo necessario per adeguare alle nuove indicazioni la tratta tra Andria e Corato a partire proprio dalla stazione di Andria Sud. Stazione completa ormai da diversi anni ma mai entrata in esercizio e che comunque è già stata oggetto di atti vandalici e di conseguenti interventi ancor prima di esser mai utilizzata. Senza entrare troppo nei tecnicismi, a cui si deve inevitabilmente sottostare visto che la ferrovia Bari Nord dovrebbe esser successivamente interconnessa con la rete ferroviaria nazionale, il grande rischio è di vedere ancora lontani dei treni giungere nuovamente ad Andria. In caso di rapidi interventi l’ipotesi più favorevoli parlano di un ritorno dei convogli non prima di aprile prossimo. Di certo, però, restano i disagi dei pendolari, studenti o lavoratori, che sono all’ordine del giorno e l’intero territorio andriese è senza un mezzo di trasporto essenziale ormai da sei anni e mezzo. Se diventeranno sette o ancora di più bisognerà capirlo nei prossimi mesi. Di certo le più rosee aspettative sono già state disattese per buona pace di un territorio che continua a subire danni incalcolabili di tipo sociale, ambientale ed economico.    

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