Alla vigilia dell’ottavo anniversario dalla morte del giovane chef Raffaele Casale avvenuta il 16 agosto del 2017 dopo una caduta con la sua moto in via Martiri di Palermo a Trani, si torna domani, mercoledì 25 giugno, per la terza volta in aula per l’udienza preliminare in cui il giudice Domenico Zeno dovrà valutare il rinvio a giudizio degli unici due indagati per questa vicenda. Dopo una lunga gestazione si era arrivati all’approdo in aula ad ottobre dello scorso anno ma l’udienza era durata pochi minuti con una nuova data fissata a distanza di altri quattro mesi e cioè al 5 febbraio 2025 ed un nuovo giudice per la valutazione dell’eventuale processo o del non luogo a procedere nei confronti di Francesco Patruno, funzionario del Comune di Trani e rup del contratto di servizio con l’azienda dell’igiene urbana AMIU, e dell’amministratore unico dell’azienda all’epoca dei fatti Alessandro Guadagnolo. Dopo l’appello, infatti, il gup Ivan Barlafante, designato inizialmente per tale procedimento, aveva comunicato l’impossibilità di procedere ed il rinvio al collega Domenico Zeno. Il 5 febbraio poi nuova richiesta di rinvio a causa di ulteriori documenti da proporre per gli avvocati di uno dei due imputati. Domani, quindi il ritorno in aula.
A questo punto dell’azione giudiziaria si è arrivati dopo una prima archiviazione e ben altre quattro richieste di archiviazione del procedimento. Almeno sino ad agosto dello scorso anno quando il gip del Tribunale di Trani Lucia Anna Altamura ha disposto l’imputazione coatta per i due accusati di concorso in omicidio stradale per quell’incidente non essendo risultata la strada ripulita dagli aghi di pino al momento della caduta del motociclista. Potrebbe essere stata questa una delle cause della caduta fatale considerata la scarsa aderenza sull’asfalto.
Erano già state archiviate, invece, le posizioni degli altri tre indagati e cioè una donna al volante di una vettura che seguiva Casale in sella alla sua moto, del comandante della Polizia Locale e del dirigente dell’Area Lavori Pubblici dell’epoca del Comune di Trani.
Nel procedimento figurano persone offese padre, madre e sorella del giovane.