Cronaca

BRINDISI | Rubavano gasolio destinato al servizio pubblico: 6 arresti nel tarantino

E’ scattata all’alba l’operazione “Oro nero” condotta dai Carabinieri di Brindisi e che ha portato agli arresti domiciliari sei indagati, ritenuti responsabili di diversi furti di carburante, gasolio, commessi tra giugno e novembre dello scorso anno. Tutti e sei sono autotrasportatori e originari del tarantino. Un settimo indagato è in stato di libertà. Il gasolio era destinato alla centrale termoelettrica “Federico II” di Brindisi, di proprietà della Enel Produzione Spa.

Gli indagati, secondo gli inquirenti, avrebbero utilizzato mezzi fraudolenti per commettere i furti. Il gasolio era destinato al pubblico servizio ed è stato sottratto a una infrastruttura indispensabile per il funzionamento dell’impianto di produzione di energia elettrica. Le indagini sono partite dopo l’esposto presentato da Enel Produzione Spa nel febbraio 2020 per alcune anomali riscontrate, ovvero consumi abnormi di carburante, non giustificabili. Da qui, la minuziosa ricostruzione degli investigatori che hanno scoperto ben 35 episodi di furto e in ognuno di questi venivano sottratti circa 80 litri a carico.

Sono almeno tre i modi individuati dai carabinieri attraverso i quali gli indagati avrebbero sottratto il gasolio. Alcuni trasferivano parte del gasolio dalla cisterna di un autoarticolato a quello di un altro che aveva già concluso le operazioni di scarico. Altrimenti avveniva il trasferimento di parte del gasolio dalla cisterna al serbatoio di alimentazione della motrice dello stesso automezzo su cui viaggiava, oppure a quello della motrice di un’altra autocisterna. Terzo modo, gli indagati aumentavano artificiosamente il peso lordo dell’autocisterna nascondendo, a bordo della stessa, vari recipienti contenenti acqua oppure altri oggetti per poi scaricarli a terra nell’area della centrale destinata alla pesa per poter sottrarre un quantitativo di gasolio corrispondente al peso aumentato.

Non si esclude che il furto di gasolio potesse avere altre finalità. Gli indagati non agivano tutti insieme, ma massimo due soggetti per volta, per questo motivo non è stato contestato loro il reato di associazione per delinquere.

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