Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha proposto una medaglia al valore civile per i due poliziotti della questura di Taranto che sono intervenuti per assicurare alla giustizia i responsabili dell’omicidio del brigadiere Carlo Legrottaglie. Il vice ispettore Ivan Lupoli e il sovrintendente Giuseppe Cavallo sono stati ricevuti ieri pomeriggio al Viminale assieme al capo della polizia Vittorio Pisani. Nel corso dell’intervento dello scorso 12 giugno, infatti, uno dei due rapinatori è stato ucciso e i due agenti sono al momento indagati per omicidio colposo.
«Ho voluto esprimere loro personalmente la mia sincera gratitudine e l’apprezzamento per il coraggio, la professionalità, la determinazione e il senso del dovere profusi nella circostanza anche a rischio della propria incolumità», ha affermato il ministro. «L’essere sempre al servizio della comunità è stato riconoscibile nell’occasione, in linea con i valori più alti che ispirano tutte le donne e gli uomini che con orgoglio vestono le divise delle nostre forze di polizia».
Piantedosi ha sottolineato che, seppur nulla potrà alleviare il dolore per la tragica morte del militare, quanto fatto dai due agenti non verrà dimenticato. «Perché il loro gesto possa continuare a essere d’esempio e d’ispirazione per tutti coloro che ogni giorno non indietreggiano mai nel quotidiano impegno di garantire la sicurezza dei nostri cittadini, verrà proposto per i due poliziotti il riconoscimento di una medaglia al valor civile».
La proposta del ministro ha trovato il pieno sostegno del sindacato di polizia Coisp. «La proposta di concedere una medaglia al valore civile ai due poliziotti non solo è un gesto giusto sotto il profilo istituzionale e morale, ma riconosce anche il valore sociale e il coraggio di esporsi sempre in prima linea per il bene della collettività», ha dichiarato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato.
Nel frattempo ieri a Carosino si sono svolti anche i funerali di Michele Mastropietro di 59 anni considerato l’autore dell’omicidio del brigadiere capo Carlo Legrottaglie ma rimasto a sua volta ucciso nel conflitto a fuoco con le forze dell’ordine mentre fuggiva assieme al complice Camillo Giannattasio poi arrestato dalla polizia. La salma era stata restituita due giorni fa ai familiari dopo lo svolgimento dell’autopsia, che ha evidenziato due ferite d’arma da fuoco. Quella letale è stata all’emitorace sinistro, l’altra è solo di striscio al braccio destro.