Cronaca

Duplice omicidio Cirillo: proseguono le indagini su possibili complici, il presunto killer si dichiara innocente

Potrebbe aver avuto uno o più complici il killer di Gerardo e Pasquale Davide Cirillo, padre e figlio di 58 e 27 anni entrambi uccisi con un colpo di pistola alla nuca sabato 30 luglio nelle campagne tra Cerignola e Zapponeta. I loro corpi, avvolti in sacchi bianchi di plastica e nascosti sotto cumuli di tubi per l’irrigazione dei campi, sono stati ritrovati domenica mattina da agenti di polizia. Successivamente è stata ritrovata la vettura utilizzata dalle vittime nei pressi del fiume Carapelle a poche centinaia di metri dal luogo di ritrovamento dei cadaveri.

Oggi verrà svolta l’autopsia. Nella tarda mattinata di ieri, invece, con l’ipotesi di reato di duplice omicidio e porto abusivo di arma da fuoco è stato sottoposto a fermo nella tarda mattinata di ieri Giuseppe Rendina, 45enne bracciante trinitapolese con piccoli precedenti per droga. Polizia e Carabinieri hanno fatto irruzione in via del Pozzo. L’uomo ha provato a fuggire attraverso i tetti delle basse palazzine della zona ma i militari avevano già effettuato appostamenti in quella zona, dopo aver perquisito anche altri locali nella città casalina in cerca del presunto killer. “Giuseppe Rendina è innocente fino a sentenza” hanno voluto precisare gli inquirenti: il presunto killer si sarebbe dichiarato innocente, avrebbe ammesso di conoscere le vittime, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere in alcune circostanze. La convalida del fermo potrebbe avvenire già domani.

Nonostante le modalità tipicamente mafiose del delitto, gli investigatori hanno considerato più probabile l’ipotesi che il movente dell’omicidio possa risiedere in questioni personali, in un debito di circa diecimila euro con un non meglio precisato creditore ma che collegherebbe la vittima e il presunto killer. Ciò che non convince ancora gli investigatori è che l’omicida possa aver effettivamente ucciso da solo sparando alla nuca due persone, prima il giovane Pasquale che non sarebbe morto sul colpo ma avrebbe percorso alcuni metri prima di accasciarsi al suolo, e poi il papà Pasquale. Non credono che da solo possa aver chiuso in sacchi di plastica i due corpi e che, sempre da solo, abbia occultato i cadaveri sotto cumuli di tubi per l’irrigazione.

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