Avrebbe preteso del denaro da un sacerdote minacciando di rendere pubblico il video in cui il prelato si sarebbe mostrato in atteggiamenti affettuosi nei suoi confronti. Per questo un 22enne di Andria è stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere con le accuse di estorsione e violazione degli obblighi di sorveglianza speciale. Lo ha stabilito il gup del Tribunale di Bari al termine del processo con rito abbreviato. La richiesta della Procura era di sei anni ed otto mesi. I fatti risalgono allo scorso mese di settembre. Il 22enne andriese, nonostante l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza, avrebbe raggiunto una chiesa alla periferia di Bari. Qui, secondo la sua versione, il prete gli avrebbe rivolto delle attenzioni particolari durante la confessione, tentando anche di baciarlo. Atteggiamenti poco consoni ad un prelato che il 22enne avrebbe fatto credere di aver registrato con la telecamera del suo cellulare. Ed è a questo punto che si palesa l’estorsione: se il sacerdote non avesse corrisposto le somme di denaro richieste, il filmato sarebbe diventato di dominio pubblico. La vittima accetta di pagare e in cinque giorni fa recapitare sul conto del giovane andriese oltre seimila euro. Ma le pretese dell’imputato non si estinguono, accompagnate dalla minaccia di rendere pubblico il filmato durante una messa. Ma questa volta il prete non cede alle richieste estorsive, denunciando l’accaduto alle forze dell’ordine. Sul cellulare del 22enne, sequestrato dopo l’arresto, non sono stati trovati video o immagini delle presunte avances ricevute dal sacerdote.
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