Dopo gli interrogatori preventivi del 10 e 11 giugno scorsi su presunti favori in cambio di aiuti elettorali, la Guardia di Finanza ha eseguito le misure cautelari emesse dal gip di Lecce. In carcere è finito l’imprenditore Alfredo Barone, 69 anni, di Biella (ex sindaco di Parabita), ritenuto il perno del sistema. Ai domiciliari il socio Marino Congedo, 82 anni, di Galatina. Domiciliari anche per Maurizio Laforgia, ingegnere barese, ritenuto il tramite tra gli imprenditori e Alessandro Delli Noci, l’ex assessore regionale allo Sviluppo economico che si è dimesso durante l’interrogatorio anche da consigliere regionale, motivo per cui il gip non ha riconosciuto la sussistenza delle esigenze cautelari. Per lui nessuna misura. Per altri indagati sono state disposte quattro misure interdittive. Le accuse, a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e frode nei finanziamenti pubblici. Nell’inchiesta della Procura di Lecce sono stati ricostruiti diversi presunti episodi corruttivi che riguardano non solo il comune di Lecce ma anche i finanziamenti della società regionale Puglia Sviluppo ed altri enti locali del Salento. Delli Noci, per gli inquirenti, era a disposizione del gruppo imprenditoriale al quale garantiva copertura in cambio di supporto elettorale: pacchetti di voti, cene, un contributo da 5mila euro, assunzioni dei fedelissimi. L’inchiesta è partita nel 2019, nella prima fase è durata ben cinque anni. Contemporaneamente alla notifica dell’invito a presentarsi agli interrogatori, il 5 giugno era stato eseguito anche un decreto di sequestro da oltre 5 milioni per i soldi che Barone e Marino Congedo (insieme ad altri imprenditori) avrebbero intascato dai contributi del Pia Turismo della Regione, distraendo per fini personali i fondi destinati a realizzare alberghi di lusso: nell’ex cinema Santa Lucia e nell’ex convento delle Stimmatine a Lecce, così come a Rivabella di Gallipoli.