Cronaca

Il killer del brigadiere Legrottaglie è morto per dissanguamento, raggiunto da due proiettili: i risultati dell’autopsia

Michele Mastropietro, il 59enne deceduto il 12 giugno scorso nelle campagne di Grottaglie nel conflitto a fuoco con le forze dell’ordine dopo aver ucciso il Brigadiere Capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie, è stato raggiunto da due colpi d’arma da fuoco. Uno lo ha preso solo di striscio al braccio destro, mentre il secondo lo ha colpito all’emitorace sinistro provocando una grave emorragia polmonare. Non sarebbe morto sul colpo, ma per un lento e progressivo dissanguamento, avvenuto nel corso della fuga a piedi. E’ quanto emerso dall’autopsia sul corpo del pregiudicato di Carosino. Al momento non è stato possibile determinare con certezza da quale direzione sia partito il colpo mortale, se dalle spalle o frontalmente: serviranno ulteriori accertamenti. Sul corpo non ci sono segni di colluttazione. L’esame autoptico escluderebbe comunque una distanza ravvicinata, un dettaglio che potrebbe risultare favorevole per i due agenti di Polizia indagati – come atto dovuto – per omicidio colposo come conseguenza di eccesso di legittima difesa. L’autopsia su Mastropietro è stata svolta presso l’ospedale SS. Annunziata. La relazione definitiva del medico legale sarà depositata entro 60 giorni. I due poliziotti autori dell’arresto che è stato ripreso da un telefonino quando il 59enne era ancora vivo, risultano anche parte offesa in un procedimento parallelo per tentato omicidio e lesioni personali gravi a carico di Camillo Giannattasio, l’altro fuggitivo che si è arreso durante le fasi della cattura. Intanto la Procura di Taranto sta valutando ulteriori approfondimenti, tra cui una perizia balistica, per chiarire la dinamica esatta dello scontro avvenuto nei campi tra Grottaglie e Martina Franca.

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