Macerie, morti e disperazione. Il crollo della palazzina nel quartiere Carrassi di Bari, riapre una ferita mai rimarginata per il territorio pugliese, testimone negli anni di altre vicende simili, spesso legate alla mala-edilizia, e purtroppo con bilanci pesantissimi in termini di vite umane.
Era l’alba del 16 settembre 1959, quando un terribile boato svegliò la città di Barletta, ancora addormentata, a seguito del cedimento di un edificio di cinque piani in via Canosa, al civico numero 7, costruito non molto tempo prima. Nel crollo dello stabile rimasero uccise 58 delle 71 persone che vi abitavano, mentre furono 12 i feriti in quello che è ancora ricordato come uno dei più gravi cedimenti strutturali avvenuti in Italia in epoca contemporanea. Le cause furono attribuite a difetti di costruzione, che si erano oltretutto palesati anche precedentemente alla sciagura. Solo sette anni prima, altre 17 persone erano morte nel crollo di via Magenta.
Foggia, 11 novembre 1999. Dormivano tutti o quasi i residenti di viale Giotto, numero 120, quando lo stabile, un complesso di 26 appartamenti costruito poco meno di 30 anni prima, venne giù, in piena notte, come un castello di carte. Nell’edificio vivevano 71 condomini, le vittime furono 67. Durante i primi soccorsi, alcune persone vennero estratte vive dalle macerie da Vigili del Fuoco, volontari e cittadini, che lavorarono per ore, scavando a mani nude. La causa del crollo venne individuata nella scorretta esecuzione dei lavori di costruzione del palazzo, oltre che nella cattiva qualità dei materiali utilizzati.
Nel 2011 sarà ancora Barletta ad essere colpita da una tragedia simile, facendo rivivere alla città quell’incubo già vissuto 52 anni prima. La mattina del 3 ottobre, una palazzina in via Roma crollò improvvisamente, poco dopo mezzogiorno. Cinque giovani donne persero la vita: quattro lavoratrici dell’opificio ospitato nello stabile e la figlia del titolare, di appena 13 anni. Secondo la ricostruzione, confermata anche in sede processuale, il cedimento venne provocato dall’opera di demolizione dell’edificio attiguo a quello venuto giù.
Meno grave, almeno in termini di vittime, il crollo avvenuto la sera del 17 ottobre 2019 in via Pisani, nel centro di Andria. Il parziale cedimento di una palazzina, che costò quasi miracolosamente il solo ferimento di un vigile del fuoco, colpito da un grosso calcinaccio mentre era impegnato nelle attività di messa in sicurezza dell’area. Per puro caso il crollo non coinvolse l’anziana inquilina dell’appartamento sventrato. Una tragedia fortunatamente soltanto sfiorata, le cui cause sarebbero, anche in questo caso, da ricollegare ai lavori di demolizione di uno stabile adiacente a quello crollato.