Due nuovi pentiti ed un muro d’omertà che si frantuma giorno dopo giorno. La mafia garganica irrobustisce la platea dei collaboratori di giustizia, gli ultimi due nomi di chi ha deciso di cambiare vita corrispondono al 34enne manfredoniano Matteo Lauriola e al 39enne di San Giovanni Rotondo, Giuseppe Stramacchia. Due elementi considerati non di spicco ma che potranno comunque essere utili alle ricostruzioni degli inquirenti. Entrambi erano ritenuti organici al clan Li Bergolis-Miucci, quello cosiddetto dei “montanari”, clan nel quale in precedenza si era pentito il vice di Miucci, Matteo Pettinicchio. I due nuovi pentiti fanno salire complessivamente ad una quindicina il numero di chi ha scelto di intraprendere la strada della collaborazione con la giustizia. I pentimenti di Lauriola e Stramacchia sono emersi dagli avvisi di conclusione delle indagini preliminari, firmati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, relativamente all’inchiesta “Mari e Monti”, che conta 50 indagati, di cui 41 detenuti, 32 in carcere e 9 ai domiciliari. Tra questi anche l’ex boss viestano Marco Raduano, anche lui diventato collaboratore di giustizia. Trentanove furono invece le persone arrestate nel blitz dello scorso ottobre. L’indagine ricostruisce la fitta rete di alleanze, con i rapporti costruiti dal clan con le ndrine calabresi e con la criminalità barese, oltre che con la batteria foggiana “Sinesi-Francavilla”. Estorsioni e narcotraffico la fonte dei maggiori guadagni. Dopo l’atto notificato dalla Dda, i difensori degli indagati avranno a disposizione 20 giorni per la presentazione di memorie, richieste di interrogatori o di ulteriori accertamenti. Poi scatteranno eventualmente i rinvii a giudizio.
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