Si è celebrata oggi davanti al gup del Tribunale di Trani, Domenico Zeno, l’udienza preliminare sulla morte del giovane chef Raffaele Casale avvenuta il 16 agosto del 2017 dopo una caduta con la sua moto in via Martiri di Palermo a Trani. Si andrà a giudizio abbreviato, questa la richiesta accolta da parte degli avvocati difensori degli unici due indagati di questa vicenda e cioè Francesco Patruno, funzionario del Comune di Trani e rup del contratto di servizio con l’azienda dell’igiene urbana AMIU, e l’amministratore unico dell’azienda all’epoca dei fatti Alessandro Guadagnolo.
Per la prossima udienza e probabilmente anche la sentenza bisognerà ora attendere il 12 novembre ad oltre otto anni da quella tragica nottata estiva in cui trovò la morte il giovane chef Casale. La gestazione per l’arrivo in aula è stata molto lunga dopo una prima archiviazione e ben altre quattro richieste di archiviazione del procedimento. Almeno sino ad agosto dello scorso anno dopo le continue opposizioni della famiglia di Raffaele Casale quando il gip del Tribunale di Trani Lucia Anna Altamura ha disposto l’imputazione coatta per i due accusati di concorso in omicidio stradale per quell’incidente considerando che quella strada, quella notte, non era ripulita dagli aghi di pino al momento della caduta del motociclista. Potrebbe essere stata questa una delle cause della caduta fatale considerata la scarsa aderenza sull’asfalto.
Il giudizio abbreviato dovrà stabilire, considerando anche lo svolgimento dell’incidente probatorio a luglio del 2023, le eventuali responsabilità dei due indagati tra cui c’è il funzionario del comune Francesco Patruno che però in quel mese di agosto del 2017 era assente dal lavoro per ferie così come spiegato dai suoi avvocati nell’udienza di febbraio scorso. Se per l’accusa quella strada doveva esser pulita per le difese non può esser quella la causa della morte del giovane chef.
Nel frattempo erano comunque già state archiviate le posizioni degli altri tre indagati e cioè una donna al volante di una vettura che seguiva Casale in sella alla sua moto, del comandante della Polizia Locale e del dirigente dell’Area Lavori Pubblici dell’epoca del Comune di Trani.
Nel procedimento figurano persone offese padre, madre e sorella del giovane che nel frattempo hanno avviato anche una causa civile.