Cronaca

Omicidio a Capurso, il 29enne sarebbe morto per una lite nata da un figlio conteso

Continuano le indagini per far luce sull’omicidio avvenuto giovedì sera a Capurso in cui ha perso la vita il 29enne Vito Caputo, pregiudicato di Mola di Bari, ucciso a coltellate in strada in via Casamassima. Secondo quanto ricostruito sino ad ora il ferimento mortale sarebbe avvenuto al culmine di una lite che ha coinvolto almeno altre tre persone, le stesse attualmente iscritte nel registro degli indagati per rissa aggravata dalla morte di una persona. Si tratta di un 26enne di Mola, amico della vittima, e di padre e figlio di Capurso, rispettivamente di 50 e 25 anni. Sono tutti pregiudicati. Al centro della vicenda ci sarebbe un figlio conteso tra il 50enne di Capurso e la sua ex moglie. L’attuale compagno della donna invece è il 26enne molese amico della vittima. Tutto sarebbe cominciato a Callemare, sede dei servizi sociali dove i due ex si sono incontrati su delega del Tribunale di Minorenni per definire le visite del padre al figlio, che è stato affidato alla mamma. E’ lì che sarebbe nato un primo litigio che potrebbe aver sollecitato il nuovo compagno della donna ad intervenire in sua difesa assieme alla vittima. Prima l’inseguimento in auto, speronando quella del 50enne che era in compagnia del figlio 25enne, poi la corsa arrestata nel centro di Capurso. Qui i quattro contendenti si sarebbero affrontati con violenza sino a quando qualcuno ha estratto il coltello, la stessa arma che ha ferito a morte il 29enne. I carabinieri hanno acquisito le telecamere di video sorveglianza presenti in zona che potrebbero aver ripreso quegli istanti e indicare con esattezza l’autore materiale dell’omicidio. Da capire anche se il fendente sia stato inferto con l’intento di uccidere o se per legittima difesa. Non è escluso che possano essere state utilizzate anche altre armi. Testimoni avrebbero notato anche una terza auto che si sarebbe allontanata in fretta dopo il ferimento del 29enne. L’autopsia sul corpo della vittima si terrà oggi presso l’istituto di medicina legale del Policlinico di Bari, su disposizione della Procura barese.

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