“L’arma è stata usata non per intimidire ma per colpire”. Quando Francesco Traiano è stato colpito dall’allora minorenne Antonio Pio Colucci, Antonio Tufo e Antonio Bernardo “non hanno manifestato sdegno, sgomento o stupore e questo aspetto induce la Corte d’assise a ritenere che l’azione dell’esecutore materiale dell’accoltellamento non sia stata imprevedibile […] bensì fu attuativa di un piano preordinato e condiviso per raggiungere l’obiettivo prefissato a ogni costo: rapinare l’incasso del bar”. E’ quanto scrivono i giudici all’interno della motivazione della sentenza del 15 luglio 2022 nell’ambito del processo ai quattro soggetti coinvolti nella drammatica rapina al bar tabaccheria Gocce di caffè di Foggia del 17 settembre 2019, quando venne accoltellato il titolare Francesco Traiano, 38 anni, morto in ospedale il 9 ottobre successivo, dopo 22 giorni di agonia. 117 pagine in cui i giudici illustrano quanto avvenuto in quella tragica circostanza e in cui si parla di “furia inaudita degli imputati” e di quel coltello “brandito in modo ben visibile” dall’allora minorenne che accoltellato mortalmente la vittima. Nella sentenza del luglio scorso quattro le condanne: 30 anni a testa per Tufo e Bernardo rispettivamente 22enne e 25enne, 28 anni per Christian Consalvo 22enne alla guida dell’auto usata per il colpo, rubata poche ore prima, 10 anni per Simone Pio Amorico, 23enne, il quale anche se non partecipante alla rapina e la organizzò e aiutò i complici dopo il colpo. Sempre secondo quanto emerso dalle motivazione “Tufo e Bernardo sono responsabili a pieno titolo di concorso nell’omicidio, che non fu una iniziativa unilaterale del minorenne come sostenuto dai difensori; i due imputati, sebbene sprovvisti di coltello, hanno agito di concerto con il minore, al suo fianco, appoggiandolo e condividendo in toto il proposito criminoso”. I quattro indagati maggiorenni sono in carcere dal 25 febbraio 2020 quando furono arrestati. L’allora minorenne Antonio Pio Colucci ha confessato sostenendo di non aver avuto l’intenzione di uccidere: nei suoi confronti nel settembre scorso è stata confermata la condanna a 16 anni di reclusione. La tragica rapina fruttò 100 euro ed una manciata di Gratta e Vinci. Questo il bottino costato la vita a Francesco Traiano.
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