Richiesta di rinvio a giudizio per 14 persone, tra cui 10 agenti di Polizia Penitenziaria in servizio al carcere di Foggia, questi ultimi per le presunte torture e gli altrettanti presunti abusi nei confronti di due detenuti, uno dei quali invalido al 100%. I 10 agenti, sempre per quelle che sono le accuse, avrebbero poi cercato di insabbiare la presunta vicenda attraverso falsi verbali, avvalendosi dell’aiuto di 3 medici e di una psicologa in servizio presso la casa circondariale foggiana. E’ quello che ipotizza la Procura della Repubblica di Foggia, che attraverso il pm Laura Simeone ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti e 14 gli indagati. Ventiquattro sono complessivamente i capi d’accusa per i fatti che sarebbero accaduti ad agosto del 2023, l’udienza preliminare è stata fissata per il 15 settembre. Gli imputati respingono le accuse, che si poggiano su riprese video e sul racconto delle presunte vittime, oltre che di un terzo detenuto, un albanese che attraverso una lettera inviata al Tribunale si disse pronto a testimoniare, dando il via alle indagini di Polizia Penitenziaria e Carabinieri. L’inchiesta portò all’emissione di 10 ordinanze cautelari ai domiciliari per gli agenti penitenziari, arrestati il 18 marzo del 2024. Tutti sono poi tornati in libertà. “Con il rinvio al Gup anche la difesa avrà la possibilità di chiarire i fatti e ricercare la verità che non può essere solo quella assoluta della magistratura inquirente”, ha scritto il Sapp in una nota in cui viene ribadita la fiducia nei giudici in vista dell’udienza preliminare.
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