Cronaca

Reflui industriali nelle acque di Margherita, nei guai un’azienda in località Torretta

I reflui industriali venivano scaricati nei canali attraverso delle condotte abusive interrate, contaminando le acque portuali e l’ambiente marino circostante. E’ la scoperta fatta dalla Guardia Costiera a Margherita di Savoia dove nei giorni scorsi i militari dell’ufficio locale marittimo hanno denunciato i responsabili di un’azienda situata in località Torretta che si occupa della lavorazione, conservazione e commercializzazione di prodotti agricoli ed in particolar modo delle olive.

Le indagini della Guardia Costiera, sotto il coordinamento della Procura di Foggia e della Capitaneria di Porto di Barletta, sono scattate a causa delle condizioni delle acque del Porto di Margherita di Savoia che spesso presentavano una colorazione nera anomala e talvolta rossastra che costringeva la fauna ittica ad emergere in superficie per la poca ossigenazione delle acque, causata dalla presenza di sostanze oleose, in quantità tali da rendere evidenti e persistenti le tracce del loro passaggio. Una situazione che andava avanti da circa due anni. La Guardia Costiera ha quindi effettuato degli accertamenti lungo i canali dell’entroterra salinaro, alla ricerca delle cause, avvalendosi anche di pattugliamenti, appostamenti e sorvoli aerei. Un’attività investigativa minuziosa che ha permesso di cogliere in flagranza di reato l’azienda in località Torretta. Quest’ultima versava i reflui con l’obiettivo di eludere gli adempimenti previsti dalla legge a tutela dell’ambiente e trarne profitto illecito. I militari, durante l’ispezione all’interno dell’attività, hanno anche rinvenuto dei contenitori utilizzati per il trasporto di soda caustica, utilizzata per la lavorazione dei prodotti. Sono in corso le analisi da parte dell’agenzia regionale di protezione ambientale che ha effettuato i campionamenti per scoprire se tra le sostanze presenti nelle acque reflue risulti anche la soda caustica.

La condotta abusiva interrata è stata sottoposta a sequestro, denunciati i responsabili per reati ambientali, e contestate nei loro confronti violazioni amministrative con pene pecuniarie da 15.600 euro per l’assenza del modello unico di dichiarazione ambientale.

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