Cronaca

Rimorchiatore affondato a largo di Bari: incidente probatorio per stabilire le cause del naufragio

Sarà un incidente probatorio ad accertare le cause del disastro del “Franco P.”, il rimorchiatore affondato nella notte tra il 18 e il 19 maggio a circa 50 miglia dalla costa di Bari.

Così ha stabilito il gip del Tribunale del capoluogo, Francesco Mattiace, accogliendo la richiesta della Procura barese e disponendo una perizia sul pontone che era agganciato all’imbarcazione al momento dell’affondamento.

Tra i sospetti degli inquirenti ci sono le ipotesi che il pontone, piattaforma galleggiante usata per il trasporto merci o per eseguire i lavori in mare, fosse sovraccarico o che il rimorchiatore abbia avuto un cedimento strutturale dovuto ad un urto o proprio al peso eccessivo.  

I periti nominati dal giudice avranno il compito di accertare la regolarità delle procedure di rimorchio del pontone galleggiante, la dinamica e le cause dell’affondamento, le procedure di sicurezza di soccorso messe in atto dagli equipaggi, in particolare a partire dal momento di lancio dell’allarme, oltre che le previsioni meteorologiche alla partenza e durante la navigazione e il peso del portone alla partenza da Ancona.

L’incarico sarà conferito il 9 agosto all’ingegner Stefano Vianello e a Gennaro Esposito, ex comandante della Marina mercantile, esperto di sicurezza della navigazione.

Tre i componenti dell’equipaggio morti nel naufragio: Luciano Bigoni e Andrea Massimo Loi, di 65 e 58 anni, entrambi di Ancona, e il 63enne di origini tunisine e residente a Pescara Jelali Ahmed.

Altri due marinai risultano tuttora dispersi, i molfettesi Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 60.   

Nell’inchiesta aperta dalla Procura di Bari a seguito della tragedia, coordinata dalla pm Luisiana di Vittorio, tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Si tratta del comandante del rimorchiatore, il 63enne siciliano Giuseppe Petralia, unico sopravvissuto al naufragio tra coloro che erano a bordo del rimorchiatore; e poi degli armatori Antonio Santini e Stefano Marchionne, rispettivamente legale rappresentante e presidente della “Ilma” di Ancona, la società proprietaria del rimorchiatore affondato e del pontone.

I tre sono accusati di cooperazione colposa in naufragio e omicidio colposo.  

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