Cronaca

Sesso per curare le pazienti dal Papilloma Virus, “comportamento assurdo ma non violento”: i giudici dicono no al carcere per il ginecologo a luci rosse

Non andrà in carcere Giovanni Miniello, il ginecologo barese arrestato lo scorso 30 novembre per violenza sessuale nei confronti di alcune pazienti. Così ha stabilito il Tribunale del Riesame, rigettando l’appello della Procura che chiedeva la detenzione in carcere per l’indagato, che quindi resta ai domiciliari.

Assurda la terapia consigliata dal medico, che proponeva alle donne di avere rapporti sessuali con lui per guarire dal Papilloma Virus e prevenire i tumori all’utero. Talmente assurda che molte pazienti l’hanno rifiutata – scrivono i giudici – non considerando quindi la cura a luci rosse del ginecologo come una costrizione violenta.

“Per quanto deontologicamente scorretto – è sottolineato in alcuni passaggi del provvedimento del Tribunale – il comportamento di Miniello non risulta né irresistibilmente coattivo, né posto in essere approfittando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica delle pazienti”.

“Dalle dichiarazioni rese dalle stesse donne – evidenziano i giudici – emerge la percezione avuta da loro della improbabilità, al limite dell’assurdo, che una tale pratica sessuale potesse avere un effetto curativo”.   

Dopo l’arresto, nei confronti del ginecologo sono state presentate altre denunce di abusi, portando il numero delle presunte vittime a 16. Sono invece 29 gli episodi contestati di violenza sessuale durante le visite.

Il caso era esploso dopo un servizio televisivo della trasmissione “Le Iene”, nel corso del quale, grazie ad una complice che si era finta una paziente, il medico era stato smascherato dalle telecamere.

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