4mila tonnellate di rifiuti speciali provenienti dalla Campania e abbandonati in capannoni in disuso nelle province di Taranto e Matera, e in aree agricole della zona di Cosenza. Sono 9 gli indagati finiti agli arresti domiciliari nell’operazione eseguita dai carabinieri del NOE di Napoli, su disposizione del gip del Tribunale di Lecce dopo la richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Un gruppo criminale costituito anche da imprenditori. Le accuse sono associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, impedimento al controllo e gestione illecita di rifiuti. Le misure cautelari e i sequestri riguardano le province di Bari, BAT, Taranto, Foggia, Brindisi, Caserta, Napoli, Avellino, Cosenza, Matera, Campobasso, Viterbo e Potenza. 80 i carabinieri impiegati. A capo dell’organizzazione un imprenditore laziale, amministratore unico di una società titolare dell’impianto di conferimento rifiuti EKO srl di Onana, in provincia di Viterbo. I suoi intermediari erano due imprenditori, uno di Caserta l’altro tarantino. Sempre da Taranto altri due indagati si occupavano di documentare falsi conferimenti di rifiuti, in realtà scaricati in siti non autorizzati. I capannoni in disuso utilizzati erano a Villapiana, Cassano dello Ionio, Pulsano e Ferrandina. Due misure cautelari riguardano anche la città di Bisceglie dove una donna ed un uomo sono finiti ai domiciliari: sono rispettivamente amministratrice unica e amministratore di fatto di una società biscegliese. Per gli inquirenti la donna aveva il compito di ricevere il denaro derivante dall’illecita gestione dei rifiuti che veniva fatto risultare quale compenso per fittizie attività di consulenza al trasporto o di intermediazione. Altre 34 persone risultano denunciate per la stessa indagine. Tra i sequestri anche un milione di euro ritenuto il frutto dell’attività illecita, 25 mezzi tra rimorchio e motrici, e tre società di trattenimento e recupero rifiuti. Una risposta importante al fenomeno delle ecoballe abbandonate in Puglia dalla Campania, fenomeno che interessa soprattutto luoghi protetti come la murgia.
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