La maggioranza si divide, la Giunta anche, ed ora trema il Governo Emiliano. Ieri il consiglio regionale ha approvato la proposta di legge che riforma la direzione generale dell’Arpal, l’agenzia regionale per il lavoro della Puglia. Massimo Cassano, scelto e nominato da Michele Emiliano nel 2019, deve lasciare il posto di comando. A guidare l’Arpal sarà un CdA. 18 i voti favorevoli (gran parte del PD, escluso Michele Mazzarano che è uscito, e il M5S compresa Antonella Laricchia), 14 gli astenuti (il centrodestra e Leoci), infine 8 i voti contrari tra cui gli assessori Leo, Stea, Lopane e Delli Noci, insieme ai civici che sostengono Emiliano ad esclusione di Antonio Tutolo che è stato il primo firmatario della proposta di decadenza di Cassano insieme ai consiglieri Fabiano Amati, Ruggiero Mennea e Michele Mazzarano. Michele Emiliano non era presente in aula. Determinante è stato il subemendamento presentato da Amati che ha fatto sfumare il tentativo dei civici di far passare la riforma ma senza la decadenza del direttore generale. La gestione dell’Arpal era finita sotto accusa dopo le numerose assunzioni di persone risultate vicine al movimento politico di Cassano. La spaccatura della maggioranza, ed in particolare fra PD e liste civiche a sostegno di Emiliano, ha fatto esultare l’opposizione e ma anche lo stesso partito democratico. Amati ha parlato di “buona amministrazione che trova casa nel PD”. Fratelli d’Italia, capogruppo Francesco Ventola, ha dato il “benvenuto a bordo” ai dem ribadendo l’errore nella nomina di Cassano alla guida dell’Arpal, nient’altro che un mossa politica per le elezioni regionali del 2020, si legge in una nota, con Cassano pronto a “garantire liste civiche per far vincere il presidente Emiliano”. E poi ancora Laricchia ha parlato di “sfiducia al governo regionale”. Tuttavia Giuseppe Tupputi, consigliere capogruppo della civica CON Emiliano, non è dello stesso avviso.
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