Bufera politica a Minervino Murge, dopo il via libera alla salvaguardia degli equilibri di bilancio approvata ieri dal consiglio comuanale in seconda convocazione con soli cinque voti favorevoli su tredici.
Il Partito Democratico parla apertamente di “violazione dello Statuto”. In un comunicato, il commissario provinciale Dario Parrini denuncia “fantasiose interpretazioni delle norme” e preannuncia azioni giudiziarie a tutela della legalità, preavvertendo che tutti gli atti assunti in futuro dal consiglio potrebbero essere impugnati.
Durissimo anche il fronte interno alla maggioranza. Dopo aver disertato il consiglio, non hanno preso parte all’incontro promosso ieri sera da Fratelli d’Italia i quattro componenti della lista “SiAmo Minervino” (Nobile, Sinisi, Bevilacqua e Schiavo) che accusano la sindaca Lalla Mancini di governare “solo per potere”, denunciano il naufragio del progetto politico originario e chiedono le dimissioni della prima cittadina come “atto dovuto”. Nel loro lungo comunicato puntano il dito su scelte calate dall’alto, mancanza di confronto e perdita di opportunità per la città, dai progetti di videosorveglianza mai avviati ai ritardi nella transizione ecologica fino alle risorse inutilizzate per il Parco dell’Alta Murgia. Sino a ieri pomeriggio la sindaca Mancini auspicava una riapertura del dialogo, dopo due mesi di muro contro muro, per tentare di portare la maggioranza a fine mandato nel 2026. Ma ora lo scenario appare diverso: se le dimissioni non dovessero arrivare spontaneamente, la caduta anticipata dell’amministrazione potrebbe giungere con una raccolta firme. Ne basterebbero sette, e i numeri – tra i quattro dissidenti e i quattro consiglieri di opposizione – al momento non mancano.



