La Corte Suprema di Cassazione ha stabilito che Maria Iannella, attuale assessore ai Servizi Sociali del Comune di Trinitapoli e Roberto Di Feo, fratello del sindaco ed assessore nella precedente consiliatura, sono incandidabili. La decisione scaturisce dallo scioglimento del consiglio comunale per condizionamento mafioso dell’aprile 2022. La sentenza di primo grado del Tribunale di Foggia aveva stabilito che i due politici erano candidabili, poi il ricorso del Ministero degli Interni ribaltò il verdetto in sede di Appello. La Cassazione ha infine confermato l’incandidabilità di entrambi a qualsiasi tipo di competizione politica per i due turni elettorali successivi allo scioglimento. Se la dott.ssa Iannella possa continuare o meno a far parte dell’amministrazione di Feo è attualmente oggetto di monitoraggio da parte della Prefettura. “Una sentenza ingiusta” – la definisce la stessa interessata che fa sapere, proprio per questo motivo, di non voler rinunciare al suo posto in giunta e nella maggioranza che guida la città, conquistati attraverso il consenso popolare alle ultime elezioni comunali. Anche Roberto di Feo, che non ha preso parte alle scorse amministrative, si scaglia contro la sentenza definendola il frutto di manovre meschine da parte dei suoi oppositori politici, influenzata da lettere anonime, fotografie distorte e altre prove ingannevoli. Per il Movimento Democratico, invece, “siamo di fronte ad una verità giudiziaria che riaccende i riflettori su una sentenza che non può considerarsi chiusa con l’esito delle elezioni”. Il risultato conseguito dalla dott.ssa Iannella – fanno inoltre intendere i democratici – è stato decisivo per la vittoria del sindaco Francesco di Feo. Il pronunciamento della Corte di Cassazione tiene, dunque, acceso il dibattito politico in città. In attesa di sentenza anche l’ex sindaco Emanuele Losapio, giudicato incandidabile sia in primo che in secondo grado. La decisione della Corte è attesa nel mese di dicembre dopo un’udienza dibattimentale.
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