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Barletta, dopo il “no” ad Agnello che succede? Dibenedetto e Romano restano alla finestra

Anche oggi il futuro del Barletta 1922 si decide (almeno) domani. Alla data del 29 maggio, quella prevista per una risposta all’offerta formulata dal gruppo facente capo all’imprenditore campano Francesco Agnello, è arrivato un “no” messo nero su bianco dalla proprietà biancorossa. Cancellate così le premesse per una potenziale fumata bianca poste nell’incontro di giovedì 23 maggio, quando lo stesso Agnello e i suoi collaboratori erano stati in uno studio notarile nel centro di Barletta insieme al presidente onorario Mario Dimiccoli e ai suoi legali per cercare un’intesa di massima. Sulla carta raggiunta dopo la riunione fiume della scorsa settimana e poi riposta nel cassetto con la marcia indietro del giorno successivo. L’offerta presentata da Agnello, assicurano fonti vicine alla società, è stata considerata “inaccettabile”. Definizione che ha generato il disaccordo e la rottura con la parte coinvolta e interessata al Barletta, che aveva prospettato un’operazione da circa 250mila euro per il pagamento delle spettanze ad alcuni tesserati e l’acquisto dell’intero pacchetto societario, garantendo al tempo stesso la solvenza della debitoria Iva oggi in carico alla proprietà. Replay di quanto accaduto 20 giorni prima, quando la trattativa con lo stesso gruppo era stata bruscamente interrotta a poche ore dal closing.


Nulla di fatto, e come in un famoso gioco da tavola adattato al calcio della città della Disfida ecco che la casella degli “imprevisti” la fa da padrone e impone di tornare al punto di partenza. Accantonata, questa volta in maniera definitiva, la pista Agnello, in ballo per un eventuale cambio di assetto societario restano due nomi: il barlettano Michele Dibenedetto, che anche in questi giorni ha portato avanti i contatti per l’ascesa a capo del club, e Marco Arturo Romano, già presidente della Viterbese che attende una risposta entro fine maggio. Nel mezzo c’è una piazza che sembra quasi assuefatta al silenzio, alle mancate scuse dopo un’annata sportiva disastrosa culminata nella retrocessione e all’assenza di certezze. I titoli di coda della stagione, se possibile, sono di qualità più bassa rispetto al film iniziato a settembre e concluso a inizio maggio.

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