Morale della favola, al termine della lunga, estenuante e, per molti tratti, esaltante stagione del Canosa: c’è la torta, non c’è la ciliegina. È mancato solo l’ultimo acuto, nella finale di ritorno dei playoff nazionali di Eccellenza a Gela.
Non sono bastati due gol di vantaggio, quelli acquisiti dal Canosa al termine della partita d’andata. Non sono bastati 75 minuti molto vicini alla perfezione, quelli dell’inferno (e non solo per le condizioni climatiche) del “Vincenzo Presti”. I rossoblù hanno dovuto fare i conti, poi, con il quarto d’ora più brutto della propria storia calcistica, quello in cui i siciliani hanno realizzato tre reti e ribaltato il verdetto parziale dei primi novanta minuti.
Il Canosa, in coda ad una stagione lunghissima, ha pagato sicuramente sulla distanza la poca profondità della rosa. E quando Jesus Jimenez, il suo principale realizzatore stagionale, ha chiesto il cambio, sul punteggio ancora bloccato sullo 0-0, si è ritrovato senza alternative in panchina.