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Cudini 2.0, che Fidelis Andria sarà? Si riparte dalle certezze: Arrigoni, Candellori e Dalmazzi

Che Fidelis Andria ritroverà Mirko Cudini? La domanda sorge spontanea, con vista sulla prima uscita ufficiale della formazione riaffidata all’allenatore originario di Porto Sant’Elpidio, programmata domenica alle 17.30 nel derby di Monopoli. A poco più di quattro mesi da quell’esonero successivo allo 0-0 sul campo della Gelbison, avversario risultato fatale anche per le sorti in panchina di Bruno Trocini nel girone di ritorno, Cudini riprenderà il timone di una squadra che aveva costruito in estate con il direttore sportivo Sandro Federico – anche lui sollevato dall’incarico a cinque mesi dalla firma del nuovo contratto con l’allenatore – ma che nel mezzo ha vissuto un calciomercato invernale nel segno della rivoluzione: 13 innesti, compreso quello di Costa Ferreira a finestra di trattative conclusa, e 10 addii, sette dei quali presenti alla voce “acquisti” nella prima versione della Fidelis di Cudini. Da Persichini a Milillo, passando per Hadziosmanovic, Fabriani, Zamarion e Zenelaj fino a Sipos.


Nomi che, per quanto è stata sin qui logorante e avara di soddisfazioni la stagione della Fidelis Andria, sembrano appartenere a un passato lontanissimo. In realtà sono passati solo pochi mesi dai loro arrivi in Puglia. E alcuni di loro erano in campo nella prima uscita ufficiale in campionato della squadra: 4 settembre 2022, Fidelis Andria-Potenza 0-0. Di quell’undici di partenza sono rimasti in rosa Savini, tornato titolare al posto di Polverino nelle scorse settimane, Dalmazzi, Mariani, Candellori, Arrigoni, Paolini, Pavone e Bolsius. Proprio quest’ultimo, assente contro la Gelbison per squaliifica e miglior marcatore della squadra con cinque reti, dovrebbe far ritorno tra i titolari al Veneziani. Mariani è finito ai margini, Paolini e Pavone – rilanciato proprio sabato scorso dal primo minuto – raramente sono stati presi in considerazione da Trocini come papabili titolari. Così le certezze sono Arrigoni, Candellori e Dalmazzi, non a caso i tre giocatori con più minutaggio in organico. Quasi certamente si ripartirà dal 4-3-3, o dal 4-2-3-1, mentre c’è curiosità per capire che impiego sarà fatto di Ciotti, ai margini nella prima gestione Cudini, e dei tanti giocatori arrivati a stagione in corso. A prescindere dagli interpreti, c’è però una certezza: per credere in quel piazzamento playout oggi distante cinque punti in queste ultime otto giornate servirà una disperata fame di risultati. Quella che passa per l’atteggiamento prima ancora che per i numeri.

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