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Di Toro, sulla strada per la B c’è il suo passato. Futuro? Tutto dipende dai risultati

È il protagonista silenzioso di questo Cerignola. Poche parole, tanti fatti. Pochi investimenti, tanti risultati. Ha preso la società gialloblù in Serie D sei anni fa e ora Elio Di Toro l’ha portata a quattro passi dalla Serie B. Un risultato importantissimo, fatto non soltanto di successi ma anche di plusvalenze, di scoperte e di giocatori indovinati. Le cessioni di D’Ausilio e D’Andrea sono la fotografia del lavoro fatto, senza dimenticare quella di Dorval al Bari. Parlano i fatti per il diesse gialloblù, che ora si gode la semifinale play-off contro il Pescara. Sì, proprio contro il suo passato. Il calcio alle volte è beffardo e sembra apparecchiare tutto per certi incroci. Come quello di Elio con il suo passato. Nato a in Abruzzo nel ’75 – precisamente a Lanciano -, lui ha con Pescara un rapporto speciale. Il suo esordio da calciatore con i “grandi” è avvenuto proprio nel club abruzzese nel 1993 nella massima serie italiana, la Serie A. Cinque stagioni nel Pescara, poi Chieti, Livorno, Maceratese e ma non solo, prima di dire addio al calcio nel 2010 con il Manfredonia. Insomma, sarà proprio l’Abruzzo, sua terra d’origine, a decidere il suo futuro. E a proposito di futuro, dove sarà? Tutto dipende dal risultato sportivo, ma la sensazione è che in caso di permanenza in Serie C, si sia chiuso un ciclo con l’Audace. Fare meglio di così, è oggettivamente difficile. In caso di miracolo e promozione in Serie B, sarebbe tutto diverso. Per ora, discorsi rinviati. C’è solo da pensare alla doppia sfida con il «suo» Pescara.

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