Praticamente irrinunciabile. Michele Mignani ha fatto a meno di lui solo quando costretto, leggi alla voce infortunio. Ritratto di Mattia Maita, epicentro del Bari. O, se preferite, Baricentro. Cambiano le formazioni, cambiano i compagni di squadra ma il numero 4 è sempre lì, nel cuore delle operazioni. Che sia da mezzala o da play nel 4-3-1-2 che sta guidando i biancorossi sulla vetta del girone C di Serie C, cambia poco. Il centrocampista siciliano è uno dei must have dell’allenatore biancorosso: in 19 partite ufficiali in stagione, Coppa Italia inclusa, Maita è stato titolare 18 volte. L’unico forfait, causa passaggio in infermeria, è maturato il 6 novembre a Castellammare di Stabia: il Bari perse 1-0, per il secondo (e sin qui ultimo) stop del campionato.
Per capire l’importanza di Maita nei meccanismi biancorossi occorre passare per un numero: 1529. Tanti sono i minuti giocati sin qui in stagione. In soldoni, Mignani lo ha tenuto in campo dall’inizio alla fine in 13 occasioni, sostituendolo nel finale – a risultato acquisito – altre quattro volte e rinunciando a lui dopo 30 minuti causa infortunio solo contro il Catanzaro, a fine ottobre. Catanzaro, proprio la tappa che ha preceduto l’arrivo a Bari: da quel trasferimento di gennaio 2020 Mattia è cambiato. Importante con Vivarini, imprescindibile nella prima parte della scorsa stagione con Auteri, in calo nel primo semestre del 2021, complice anche il contagio da Covid a ridosso delle festività natalizie che aveva inciso sulla sua condizione atletica. Con Mignani, Maita è rinato: passando dalla condizione di gregario in estate a quella di faro della manovra in autunno. Con quantità ma anche qualità: il gol nel derby contro il Foggia e i 4 assist vincenti per i compagni non sono arrivati per caso. Sia il centrocampista classe 1994 che mister Mignani sono consapevoli dei margini di miglioramento:
Il gol è il regalo di Natale che Maita spera di ottenere, per sè e per i tifosi. In 55 presenze con il Bari ne ha messi a segno 3. L’obiettivo è crescere anche sotto questo punto di vista, magari già a partire dal big match di domenica prossima a Palermo: