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Ripescaggio in C, la Fidelis Andria ci crede: documentazione consegnata, palla alla Figc

Il lunedì più lungo, vissuto con il fiato sospeso e chiuso portando a termine la prima parte della missione. E’ andato così il 19 luglio della Fidelis Andria: il club biancoazzurro ha consegnato in serata, poco dopo le 20:30 a Firenze, negli uffici della Lega Pro, la domanda di ripescaggio in C. Trova così compimento la corsa contro il tempo per ottenere le due fidejussioni assicurative necessarie, da 300 e 350mila euro, da allegare alla tassa di iscrizione per un investimento iniziale complessivo di circa un milione di euro. Merito di quello che la stessa società in una nota ufficiale definisce come “un impegno importantissimo per cercare di portare a casa questo primo risultato”. L’esito? Una giornata che ha visto due delegazioni del club dividersi tra gli uffici della Covisoc a Roma e quelli della Lega Pro nel capoluogo toscano, fino alla comunicazione ufficiale di avvenuto deposito. “E’ stata davvero dura – si legge nella nota – sono stati dieci giorni di grande attività e fermento per cercare di farci trovare pronti alla data di oggi e provare a coltivare sino all’ultimo un sogno per la Fidelis e tutti i tifosi biancazzurri”. Nella stagione 2020/21 il club biancoazzurro si è fermato solo in finale playoff contro il Picerno, persa per 2-1 lo scorso 19 giugno. Esattamente un mese dopo, ecco che la documentazione necessaria con tutte le incombenze economiche, tecniche e giuridiche completate in 10 giorni è approdata a Firenze. Tra i parametri che la Figc considererà nella scelta dei ripescaggi ci sono anche regolarità nei pagamenti di stipendi e contributi, meriti sportivi e bacino d’utenza. Ora si attenderà l’esito dei ricorsi presentati dalle società escluse, il Chievo dalla B, Paganese, Sambenedettese, Casertana, Novara e Carpi dalla C, con il Collegio di Garanzia del Coni che si esprimerà il 27 luglio. A quasi tre anni da quel 6 agosto 2018, quando scadevano i termini per poter iscrivere la Fidelis in sovrannumero al campionato di serie D e la necessaria quota di 150mila euro da versare a fondo perduto fu raggiunta in extremis con numerosi assegni di piccoli e medi importi emessi da imprenditori, tifosi e commercianti, Andria torna a tenere il fiato sospeso. Questa volta, però, lo fa con vista sul professionismo.

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