48 ore per piacersi e dirsi di sì. La giornata di venerdì ha dissipato i dubbi: Fabio Caserta sarà il nuovo allenatore del Bari. Dopo i primi due colloqui tra il 46enne calabrese e la dirigenza biancorossa, dall’esito positivo, è stato tempo di limare i dettagli contrattuali. E anche questo aspetto non ha fatto registrare scogli da superare, anzi. Intesa raggiunta su base biennale, con un ingaggio che, premi inclusi, sfiorerà i 250mila euro a stagione. All’orizzonte c’è un’opportunità reciproca: Caserta vede Bari come la piazza in cui provare a confermarsi dopo il sesto posto con semifinale playoff raggiunto a Catanzaro, terza esperienza da allenatore in B in un mosaico completato dal settimo posto nel campionato 2021/22 con il Benevento, anche lì percorso concluso in semifinale, e dall’esonero dopo 29 giornate di due anni fa a Cosenza, con la squadra al tredicesimo posto. Per la società invece Caserta rappresenta un volto dal quale ripartire con una squadra che sarà nuovamente ricostruita, questa volta puntando su profili più affamati e probabilmente più giovani rispetto al recente passato. La settimana prossima sarà quella degli annunci: inizierà con l’arrivo di Caserta e l’esonero di Longo, che non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, e proseguirà probabilmente anche con i primi nomi in entrata. Alla base dell’allestimento della squadra che verrà, con un Bari che ha sotto contratto una quindicina di giocatori, buona parte dei quali però destinati a salutare, ci sarà un concetto: la volontà di fare la partita e di tenere il possesso del pallone, caratteristica chiave delle formazioni di Caserta. Concetti che riflettono il suo passato da calciatore: era un centrocampista dotato di buona visione di gioco e abile in fase realizzativa e di rifinitura. Si riparte da Fabio Caserta, allora. Allenatore che non ama legarsi ai numeri – in carriera ha prediletto il 4-3-3 ma ha schierato le sue squadra pure con il 3-5-2, come successo a Catanzaro, il 4-2-3-1 e il 4-2-4, come agli inizi a Castellammare di Stabia – e che avrà un compito complesso: fare in modo che a Bari, città anestetizzata dall’ultimo biennio nel pallone, si possa riaccendere la scintilla.
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