Il tappo del digestivo Ernesto Caleffi, il contenitore del detersivo SOLE risalente agli anni ’70, una ricarica VETRIL per cristalli vecchia almeno di qualche decennio, un contenitore di frutta Pascal proveniente dalla Spagna. Si tratta solo di alcuni dei rifiuti che i volontari di 3place hanno rinvenuto sulla spiaggia di Bisceglie durante l’ultima operazione di pulizia e tutela ambientale portata avanti dall’associazione andriese nella giornata di ieri.
La sorpresa di tanti e tali ritrovamenti a Bisceglie fa il paio con i dati del report OCSE secondo cui solo una irrisoria percentuale dei rifiuti di plastica viene effettivamente riciclata (il 9%), il 19% viene incenerito, mentre oltre il 70% finisce in discariche controllate (50%) o bruciato o gettato nell’ambiente (il 22%).
E’ in quest’ottica che la nuova azione di 3place rappresenta l’ennesimo esempio di sensibilizzazione attiva portato avanti dall’associazione, da sempre impegnata in attività di salvaguardia del territorio e di coinvolgimento della cittadinanza in operazioni volte al benessere della natura. Operazioni che invitano ad interrogarsi rispetto all’importanza di far tutto il possibile affinché gli errori che hanno condotto all’inquinamento odierno cessino di essere ripetuti.
Allora provoca un sorriso amaro l’elenco dei rifiuti che le acque hanno trattenuto per anni, a volte decenni, prima di rigettarli sulle spiagge di tutto il mondo. Rifiuti che non altri, ma gli stessi cittadini di questo “unico mondo a disposizione”, hanno disperso senza coscienza nell’ambiente e nel mare.
L’appello lanciato da 3place, ancora una volta dal suo presidente e volontario Riccardo Moschetta che ha guidato il clean-up sulla spiaggia biscegliese, invita, perché un giorno un mondo pulito non sia più solo una dolce speranza, a riflettere sulle proprie azioni, sul modo in cui il pianeta viene trattato, su quanto è possibile fare affinché le acque cessino di sputar fuori barattoli di frutta e verdura abbandonati chissà quando e chissà dove.
NICOLA DI CHIO



