Un momento di preghiera per ricordare le 16 vittime del disastro aereo di Capo Gallo, avvenuta il 6 agosto di 20 anni fa, quando l’ATR 72 della compagnia tunisina Tuninter, partito dall’aeroporto di Bari e diretto a Djerba, precipitò in mare, nel tentativo di ammaraggio, alle 13.37 a poche miglia da Palermo. Nel tragico incidente persero la vita 16, 14 delle quali pugliesi, delle 39 persone che si trovavano a bordo. Famiglie, cittadini e autorità si sono riuniti, prima nella parrocchia di San Sabino a Bari e poi presso la stele “Sulle ali della memoria” nel parco di Punta Perotti, in ricordo delle vittime, tra le quali una bambina di soli 4 anni, Chiara, che ha perso la vita insieme alla sua mamma poco più che quarantenne.
Una tragedia che poteva essere evitata. Le indagini hanno, infatti, accertato una serie di errori umani: l’esaurimento del carburante, causato sia dal mancato rispetto delle procedure a terra che dall’installazione in cabina di un indicatore del livello di combustibile inadatto. Nonostante le condanne definitive, nessuno ha scontato la pena.



