La ripartenza del Taranto dai campionati dilettantistici, dopo l’addio alla Serie C. La parabola discendente di Ciro Danucci allenatore. Non è un bel momento in Eccellenza per gli jonici, come suggeriscono i recenti numeri: un solo punto collezionato nelle ultime tre partite. Continua, invece, il periodaccio del tecnico dei rossoblù. Sono lontani i tempi in cui era considerato il migliore tra gli allenatori emergenti del calcio pugliese. Ha fatto bene, al debutto in panchina, a Nardò. Si è ripetuto alla guida del Fasano abbinando un gioco spumeggiante ai risultati e valorizzando tanti giovani calciatori. Ha vinto in una delle piazze più complicate di Puglia, Brindisi, il girone H di Serie D, dopo una clamorosa rimonta ai danni della Cavese e a coronamento dello spareggio-promozione proprio contro i metelliani. Poi il “buio”: non ha inciso, all’esordio tra i professionisti, sempre alla guida del Brindisi, retrocesso dopo una sola stagione in Serie C. Disastrosa la sua gestione tecnica – storia dello scorso campionato di Serie D – alla Fidelis: nessuna vittoria, tre pareggi e due sconfitte in cinque partite, con tanto di inevitabile esonero dopo la battuta d’arresto di Nocera Inferiore. É sceso in Eccellenza, dove non era mai stato, sia da calciatore che da allenatore, per sposare l’ambizioso progetto di ripartenza degli jonici. L’inizio è stato molto promettente, nonostante una partenza in ritardo a livello di programmazione societaria. Il proseguo, invece, decisamente meno. Mondo ribaltato in una sola settimana, la scorsa, cominciata con l’inopinata sconfitta di Acquaviva, proseguita con il deludente pari interno contro il Maglie e terminata domenica scorsa con la battuta d’arresto tutt’altro che indolore nello scontro diretto giocato al “Ventura” contro il Bisceglie. Morale della favola: Taranto da capolista a quarto in classifica, a -3 proprio dai nerazzurri. A pagare per tutti, almeno per ora, è stato il ds Riccardo Di Bari, accusato dalla tifoseria di non aver condotto un mercato all’altezza della piazza. Sulla graticola, naturalmente, ci è finito anche l’allenatore. Che si gioca il suo futuro nei prossimi 180 minuti: giovedì, di nuovo con l’Acquaviva, ma in casa, nell’andata del secondo turno di Coppa Italia Dilettanti, domenica, sempre sul campo “amico” di Massafra, nella supersfida d’alta quota contro il Canosa, valida per la dodicesima di Eccellenza. Due gare fondamentali per il Taranto. Decisive per il futuro di un allenatore che in passato immaginava scenari e ambizioni differenti.



