Il Gip del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, ha revocato nelle scorse ore la misura interdittiva del divieto di contrarre con la pubblica amministrazione imposta all’imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo, coinvolto nell’indagine sui presunti appalti truccati al Comune di Molfetta. L’uomo era tra le sei persone, tra cui l’ex primo cittadino Tommaso Minervini, destinatari delle ordinanze cautelari eseguite il 6 giugno scorso dalla Guardia di Finanza.
La revoca per Totorizzo è arrivata con il parere favorevole dei pubblici ministeri della Procura della Repubblica di Trani, Francesco Aiello, Marco Gambardella e Francesco Tosto. Il Gip ha valutato positivamente, per l’indagato, «la modifica dell’organizzazione aziendale» dell’impresa di Totorizzo con «l’istituzione di un organismo di vigilanza che vigili sulla trasparenza e correttezza degli affari societari».
Com’è noto, l’indagine ipotizza a vario titolo le accuse di corruzione, turbativa, peculato e falso, oltre che di depistaggio, di frode in processo penale e di rivelazione di segreto d’ufficio, frode in pubbliche forniture in un quadro che secondo il gip è «un intreccio di condotte illecite» caratterizzato da «commistioni politico imprenditoriali». Anche per l’ex sindaco Minervini, dopo l’arresto, a fine giugno il Riesame aveva sostituito la misura con il divieto di avvicinamento al Comune, che gli ha impedito di rientrare nelle proprie funzioni. Il 17 ottobre scorso, un gruppo di 13 consiglieri ha presentato le dimissioni determinando la caduta dell’amministrazione e la conseguente nomina del commissario prefettizio che traghetterà il Comune a nuove elezioni, probabilmente nella prossima primavera.



