Nel Bari travolto sul sintetico di Francavilla dalla Virtus, c’è chi, nonostante la scoppola subita, prova in ogni caso a vedere il bicchiere mezzo pieno. Si tratta di Nicola Citro che, a piccoli passi, sta lentamente provando a riprendersi tutto quello che la sfortuna gli ha tolto da quando veste la maglia biancorossa. Arrivato nel capoluogo pugliese all’inizio della scorsa stagione, il numero 18 era partito subito forte con un assist e un gol nelle prime 3 presenze, salvo in seguito vedersi concedere dal tecnico Auteri pochi scampoli di partita, fino ad incappare in un infortunio muscolare al bicipite femorale. Rientrato a gennaio e subito decisivo con un assist nella vittoria di Bisceglie, Citro sprofonda nell’incubo in occasione della gara interna contro la Viterbese. Era il 7 febbraio, la sentenza fu inappellabile: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e stagione finita. L’operazione, il lento recupero, le corse da solo all’antistadio in piena estate e, finalmente, le prime convocazioni. “Si è scrollato di dosso le paure, nel giro di poco sarà recuperato”, con queste parole mister Mignani ne preannunciava l’imminente ritorno in campo prima della trasferta di Campobasso, ultima partita che l’attaccante nato a Salerno è stato costretto a guardare interamente dalla panchina. 4 minuti nel derby contro il Foggia, 255 giorni dopo l’infortunio, quanti ne sono bastati a farlo sentire, parole sue, “un ragazzino alla prima partita”, e poi l’ingresso in campo a Francavilla al 32’ della ripresa, con il Bari già sotto di 3 gol. Un minuto e prima occasione, sinistro alto da buona posizione. Citro ci prova anche di testa, nel finale, e questa volta è il palo a dirgli di no a portiere battuto. Ma ciò che più conta, è che il numero 18 è stato, nei pochi minuti concessigli, il più pericoloso dei suoi. Segno che il ragazzo ha una voglia matta di tornare ai suoi livelli. Segno che Mignani, ormai, può contare su una freccia in più al proprio arco.
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