Ha trascorso la sua prima notte in una cella del carcere di Bari il direttore della Protezione Civile regionale, Mario Lerario, arrestato in flagranza ieri pomeriggio, dalla Guardia di Finanza.
L’accusa è di corruzione: il dirigente è stato fermato dalle Fiamme Gialle subito dopo aver ricevuto da un imprenditore edìle una busta contenente 10mila euro in contanti.
Le manette sono scattate nell’ambito di un’indagine, condotta dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, relativa alle attività svolte dall’indagato alla guida della Protezione Civile Puglia.
Lerario dirigeva la sezione “Strategie e Governo dell’Offerta”, facente capo al Dipartimento di Promozione della Salute ma, ad interim, era responsabile della Protezione Civile regionale. È proprio in questa veste che ha cominciato a mettersi in luce, dal momento in cui ha avuto inizio la pandemia di Covid.
L’inchiesta a suo carico è affidata al Procuratore capo Roberto Rossi, e al sostituto Alessio Coccioli, ma poco o nulla filtra, al momento, dagli ambienti della magistratura barese.
L’imprenditore che avrebbe consegnato il denaro a Lerario opera nel settore dell’edilizia ed è assegnatario di importanti appalti proprio nell’ambito della Protezione Civile.
Dopo le formalità di rito, il dirigente, assistito dall’avvocato Michele Laforgia, è stato condotto in carcere, in attesa dell’udienza di convalida del fermo.
Il presidente Michele Emiliano, raggiunto dalla notizia dell’arresto del dirigente, ha immediatamente convocato una giunta straordinaria per il conferimento ad interim della sezione “Protezione Civile” e della sezione “Strategie e Governo dell’Offerta”. La scelta è caduta su Nicola Lopane, già dirigente della sezione “Raccordo e controlli al sistema regionale”.