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Cronaca

Omicidio a Canosa, scrive l’avvocato dell’accusato: “Damiano Bologna spinto, non fu pestato con una mazza”

“L’accusa riqualificata in omicidio preterintenzionale. Non è emerso l’uso di alcuna mazza”. Sono le principali precisazioni contenute nella richiesta di rettifica che l’avvocato Sabino Di Sibio ha vergato per conto Domenico Bellafede, il 37enne canosino accusato dell’omicidio del concittadino 50enne Damiano Bologna.

La vicenda scosse la città di Canosa di Puglia il 30 novembre scorso quando si diffuse la notizia della morte di Damiano Bologna avvenuta nell’ospedale Bonomo di Andria dopo 15 giorni di ricovero: la prima ricostruzione dei fatti raccontava del 50enne intervenuto per difendere una donna che sarebbe stata destinataria di attenzioni non gradite da parte del 37enne Bellafede. L’intervento di Bologna per difendere l’amica sarebbe degenerato nell’alterco e poi evoluto in uno scontro fisico in cui Bologna ha avuto la peggio. Nessun pestaggio, nessuna mazza utilizzata da Bellafede per aggredire Damiano Bologna sostiene l’avvocato difensore nella lettera: una sola spinta che avrebbe fatto perdere l’equilibrio all’uomo, caduto a peso morto per terra per poi battere la testa e generare le drammatiche conseguenze.

Il legale di Bellafede racconta di essersi avvalso anche di una consulenza tecnica che avrebbe riscontrato come la strada in cui è avvenuto l’omicidio, ora ritenuto preterintenzionale, avrebbe una pendenza del 3,3% con la presenza di mattoni usurati, scivolosi e sconnessi. In questo scenario e “il precario equilibrio per l’abuso di bevande alcoliche”, si legge nella missiva, avrebbero provocato l’incidente su cui, scrive l’avvocato, sarà chiesta una nuova riqualificazione del reato in omicidio colposo scriminato dalla legittima difesa.

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