Sono salite a 16 le donne che hanno raccontato ai magistrati delle visite “a luci rosse” di Giovanni Miniello, il 68enne ginecologo barese finito ai domiciliari, il 30 novembre scorso, con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di alcune pazienti.
Le presunte vittime, ascoltate nell’ambito dell’inchiesta, hanno parlato di “metodo collaudato” da parte del medico, fatto di baci sulla bocca, pacche sul sedere, palpeggiamenti nelle parti intime e pratiche sempre più moleste.
L’esca era il “Papilloma Virus”. Le donne venivano spaventate con la diagnosi di positività e dal rischio che potesse evolvere in un tumore all’utero. Poi il ginecologo proponeva la sua terapia: la trasmissione diretta di anticorpi mediante rapporti sessuali completi non protetti.
Le pazienti, terrorizzate dalla malattia – secondo la Procura – venivano così a trovarsi in una condizione di inferiorità psichica, al punto da accettare la proposta del medico e sottoporsi a visite troppo invasive, che nulla avevano a che vedere con la normale attività diagnostica – scrivono i magistrati baresi nella richiesta di incidente probatorio, depositata al gip del Tribunale del capoluogo.
La vicenda è venuta alla luce a seguito di un servizio televisivo della trasmissione “Le Iene”, con il quale, grazie ad una complice che si era finta una paziente, il ginecologo era stato smascherato dalle telecamere.
Sono 29 gli episodi contestati. Tra le denunce arrivate in Procura, c’è anche quella di una giovane donna che ha avuto bisogno di cure psichiche per disturbo da stress post traumatico, a causa dei presunti abusi subiti durante la cura Miniello.
Tra le vittime del medico c’erano anche le studentesse della sua scuola di specializzazione in Ginecologia.