Saranno delle feste di Pasqua a tinte “rosso scure” in Puglia, dove i numeri allarmanti registrati in questa fase della pandemia, hanno convinto il presidente Michele Emiliano ad adottare restrizioni più severe per contrastare l’aumento di ricoveri e contagi. Una decisione che era nell’aria e che era stata già ipotizzata al termine di una riunione urgente convocata due giorni fa dalla Regione, alla quale avevano preso parte sindaci, presidenti delle province e rappresentanti sindacali.
Questa mattina è arrivata l’ufficialità, con la nuova ordinanza firmata dal governatore pugliese, che entrerà in vigore a partire da domani, 27 marzo, sino a martedì 6 aprile.
Per tutto questo periodo stop agli spostamenti dal proprio Comune di residenza verso gli altri Comuni, anche per raggiungere le seconde case. Vietati anche gli ingressi e gli spostamenti in Puglia a persone non residenti, tranne che per motivi di urgenza ed estrema necessità.
Le attività commerciali dovranno chiudere entro le 18, ad eccezione di quelle che forniscono generi alimentari o altri beni primari, come farmacie, parafarmacie, distributori di carburante o combustibile per uso domestico, edicole e tabaccai.
Nei giorni 28 marzo (domenica delle Palme), 4 e 5 aprile (Pasqua e Pasquetta), sempre ad esclusione di queste attività, tutti gli altri negozi (supermercati compresi) rimarranno con le saracinesche abbassate.
La vendita, quando consentita, dovrà svolgersi nel rispetto delle misure sul distanziamento: gli ingressi nei locali dovranno avvenire in maniera contingentata e si potrà sostare all’interno per il solo tempo necessario all’acquisto. Confermato l’obbligo per negozianti di esporre un cartello all’entrata dove viene indicato il numero massimo di persone ammesse contemporaneamente nel locale.
Regole più severe anche per le attività che somministrano cibi e bevande, come bar, gelaterie, pizzerie e ristoranti: dalle 18 in poi, il servizio di asporto, dove consentito dal Dpcm del 2 marzo scorso, sarà possibile solo tramite prenotazione, telefonica oppure on line, e a condizione che vengano limitate al massimo code e assembramenti all’ingresso.
Anche i datori di lavoro pubblici dovranno ridurre la presenza di personale nei luoghi di lavoro, in modo tale da assicurare le sole attività che ritengono indifferibili. Chi non lavorerà in presenza lo farà da casa. Le stesse modalità organizzative sono fortemente raccomandate anche ai privati.