Sarebbe salito a 4 il bilancio dei morti nel disastro della “Euroferry Olympia”, il traghetto diretto a Brindisi e andato a fuoco, nella notte tra il 17 ed il 18 febbraio a largo dell’isola di Corfù.
Secondo quanto riportato dai media greci, altri tre cadaveri carbonizzati sono stati trovati nella stiva della nave, dopo quello rinvenuto domenica scorsa, un autotrasportatore greco di 58 anni. Intanto stanno andando avanti ininterrottamente le ricerche delle sette persone ancora disperse, delle 290 presenti a bordo, tra passeggeri e membri dell’equipaggio.
Proseguono, parallelamente, anche gli accertamenti per chiarire le cause dell’incendio, partito, secondo una prima ricostruzione, da un camion parcheggiato nel garage del ponte numero 3. Il traghetto trasportava 153 tir e 32 auto.
Secondo le informazioni fornite dalla Guardia Costiera greca, tutti i focolai del rogo sono stati completamente spenti. La nave, della compagnia italiana Grimaldi Lines, è stata rimorchiata per circa 230 chilometri, dall’isola di Corfù al porto di Astakos, sulla costa occidentale della Grecia continentale. Un’operazione, fanno sapere le Autorità elleniche, necessaria per agevolare le ricerche dei passeggeri dispersi.
Secondo il racconto del comandante Vincenzo Meglio, le fiamme si sarebbero propagate molto velocemente. Solo l’arrivo tempestivo dei soccorsi, con una motovedetta della Guardia Costiera greca ed un pattugliatore della Guardia di Finanza, ha evitato la strage, ma non la tragedia.
La compagnia Grimaldi Lines ha respinto le accuse di overbooking, dichiarando anche che il traghetto era in buone condizioni strutturali, confermate anche da un’ispezione delle autorità elleniche, effettuata nel porto di Igoumenitsa lo scorso 16 febbraio.